Famiglia

Cpt:interrogazione sul centro di Isola Capo Rizzuto (Kr)

Il diessino Iovene denuncia le pessime condizioni del centro gestito dalle Misericordie. Di seguito il testo dell'interrogazione parlamentare

di Stefano Arduini

Interrogazione a risposta scritta Iovene. – Al Ministro dell’Interno ? Premesso: – che lo scrivente, il 31 gennaio scorso, ha visitato il Centro di Permanenza Temporanea (C.P.T.) “S. Anna” di Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone in occasione della giornata di mobilitazione indetta dal Forum Sociale Europeo di Parigi per la libertà dei migranti, il diritto di asilo ed il superamento dei C.P.T.; – che nel giugno del 1999 a Isola Capo Rizzuto è stato aperto un Centro di prima accoglienza per accogliere i cittadini kossovari in fuga dalla guerra, che è nel tempo diventato il Centro di Prima Accoglienza più grande d’Europa (35 mila persone in cinque anni). Successivamente il Governo ha affiancato al C.P.A. un Centro di Permanenza Temporanea inaugurato nel gennaio scorso; – il C.P.T., dopo i lavori di costruzione costati al Ministero dell’Interno 1 milione e 500 mila euro, è sorto in un’area di 30 mila metri quadri ed è in grado di tenere fino a 124 persone; – che attualmente il Centro “S. Anna” è gestito dalle Misericordie ed ospita circa 118 persone; – che nonostante il C.P.T. di Isola Capo Rizzuto sia una struttura nuovissima e di recentissima realizzazione non mancano i disservizi, ha problemi di idraulica, con mancanza di acqua calda, problemi igienico-sanitari, ed il riscaldamento non sempre funziona sempre. Ci sono poi problemi di interpreti, perché quelli presenti conoscono solo alcune delle lingue parlate dagli “ospiti”; – che nel corso delle visita lo scrivente ha potuto riscontrare la scarsità di arredi sia nelle camere che nelle cosiddette “sale per ricreazione” dove c’è un solo televisore su una parete e neanche una sedia con le persone costrette a stare sul pavimento, bagni in condizioni igieniche precarie, il servizio sanitario è assicurato da un solo medico e da un solo infermiere, solo per fare alcuni esempi; – che oltre ai disservizi ed ai disagi degli “ospiti” si aggiungono anche quelli denunciati dai lavoratori del XII Reparto Mobile di Reggio Calabria, aggregati per le esigenze connesse ai servizi di vigilanza del nuovo Centro di Permanenza Temporanea (C.P.T.) “S. Anna” di Isola Capo Rizzuto, i quali lamentano, attraverso una nota della Segreteria regionale del SILP per la CGIL inviata al Dipartimento della Polizia di Stato, l’estremo stato di disagio in cui sono costretti a prestare la propria attività lavorativa; – che nel C.P.T. “S. Anna” con turni di 15 giorni, sono circa 36 gli agenti di Polizia con il compito primario di effettuare servizio di controllo dell’intera struttura; – che la precaria situazione logistico-strutturale che sia gli “ospiti” che gli agenti devono sopportare, non garantisce gli standard minimi di sicurezza e vivibilità e non consente al personale di operare in condizioni normali; – che in particolare i lavoratori del XII Reparto Mobile di Reggio Calabria presso il C.P.T. “S. Anna” hanno evidenziato: “che la palazzina alloggio del personale si trova all’interno del Centro ed è priva di servizi antincendio, che le strutture che ospitano la Polizia di Stato all’interno del Centro sono prive di collegamenti telefonici con l’esterno, costringendoli ad utilizzare i telefoni di un bar del vicino aeroporto, che per consumare i pasti sono costretti a raggiungere l’abitato di Crotone, distante circa 15 chilometri (percorso effettuato almeno 4 volte al giorno), dove c’è un self-service convenzionato, che le condizioni igieniche all’interno delle palazzine sono pessime: le pulizie, effettuate superficialmente tre volte alla settimana, non consentono il mantenimento delle minime condizioni di vivibilità, i coprimaterassi, i materassi e le coperte vengono riutilizzati senza alcun trattamento igienizzante nel corso dei vari avvicendamenti del personale, i servizi igienici sono in condizioni pressoché disastrose anche in considerazione della continua mancanza di acqua calda, che i riscaldamenti non funzionano a causa del mancato rifornimento del combustibile per la caldaia. In particolare i lavoratori hanno evidenziato che negli ultimi giorni il rifornimento è stato addirittura effettuato a mezzo di taniche”; considerato – l’art. 12 della legge n.40/89, recepito successivamente nell’art. 14 del decreto legislativo n. 286/98 (Testo unico in materia di immigrazione) ha previsto l’istituzione dei Centri di Permanenza temporanea; – che questi centri vengono istituiti con decreto del Ministro dell’Interno per trattenere i cittadini stranieri nei casi in cui non sia possibile procedere immediatamente all’espulsione o al respingimento alla frontiera, ed in attesa che siano realizzati i controlli sui documenti o accertamenti sull’identità; – che il funzionamento dei C.P.T. è disciplinato dagli articoli 21 e 22 (modalità del trattenimento e funzionamento dei centri) del Regolamento di attuazione del Testo Unico, DPR 394/99, ai sensi dei quali dovrebbe essere assicurata e garantita oltre all’assistenza ed al rispetto della dignità, anche la comunicazione con l’esterno; – che ogni Centro di Permanenza Temporanea è gestito da un “ente gestore” sulla base di una convenzione stretta tra lo stesso ente gestore (associazioni, cooperative, ecc.) e la prefettura territorialmente responsabile. Sulla base di questa convenzione vengono erogati all’ente gestore i fondi necessari alla gestione della struttura; – che le condizioni di vita all’interno del C.P.T. di Isola Capo Rizzuto sono assimilabili a quelle di natura carceraria e che dentro vi si trovano immigrati che hanno già espiato delle condanne o che non sono in regola con i documenti di soggiorno e che non hanno commesso alcun reato, oltrechè richiedenti asilo, senza peraltro che vi sia all’interno alcuna distinzione con il rischio di alimentare un circuito perverso di affiliazione criminale; – che vi è un intreccio perverso tra la funzione che oggi stanno assolvendo i Centri, le norme penali introdotte e l’aumento dei giorni di permanenza a 60; – che i C.P.T. rappresentano un meccanismo punitivo che non ha neppure efficacia per gli obiettivi che sono stati definiti e posti alla base della loro istituzione, perché al termine dei 60 giorni di detenzione agli immigrati, in molti casi, viene intimato di lasciare il Paese; – che non è accettabile che nei C.P.T. siano riconosciuti meno diritti e vi sia meno trasparenza che nelle carceri vere e proprie; – l’estremo stato di disagio e di massima precarietà in cui gli agenti di Polizia sono costretti ad operare; – che se quello denunciato è il livello in cui devono operare gli agenti di Polizia è facilmente desumibile l’estremo stato di malessere e disagio dei cittadini stranieri lì “ospitati”; si chiede di sapere – quali sono i costi di gestione e quali rette vengono erogate per singolo trattenuto nel CPT “S. Anna” di Isola Capo Rizzuto; – quale convenzione è stata stipulata per il Centro di Permanenza Temporanea “S. Anna” con l’ente gestore Misericordie; – per quale motivo l’identificazione, nei casi di cittadini stranieri che hanno già scontato la loro pena in un Istituto penitenziario, non sia avvenuta e non avvenga durante il loro periodo detentivo; – se non si ritenga inoltre, in attesa di una revisione della normativa, di assicurare ai cittadini stranieri ospitati presso il C.P.T. “S. Anna” condizioni di vita normali, dignitose e accettabili, anche attraverso l’esecuzione dei lavori necessari, e a tutti di avere la possibilità di avere interpreti della propria lingua, attraverso un adeguato numero di mediatori culturali; – se non si ritenga che i richiedenti asilo, durante il periodo di attesa e di espletamento delle pratiche necessarie, debbano essere ospitati presso il Centro di Prima Accoglienza e non presso il Centro di Permanenza Temporanea; – se non si ritenga, infine, di risolvere i problemi sollevati, attraverso una nota della Segreteria regionale del SILP per la CGIL inviata al Dipartimento della Polizia di Stato, circa l’estremo stato di disagio in cui gli agenti di Polizia sono costretti a prestare la loro attività lavorativa e riportati in premessa.


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