Politica
Covid-19, occorre anche un vaccino sociale
Non bastano le campagne vaccinali: per uscire dalla crisi sanitaria ed economica innescata dall’emergenza Covid-19 è necessario anche un Vaccino Sociale”. Lo affermano gli autori dell’articolo appena pubblicato su “LANCET Regional Health Europe”, Leonardo Becchetti, Alessandro Miani, Alessandro Distante e Prisco Piscitelli
di Redazione
Non bastano le campagne vaccinali: per uscire dalla crisi sanitaria ed economica innescata dall’emergenza Covid-19 è necessario anche un Vaccino Sociale”. Lo affermano gli autori dell’articolo appena pubblicato su “LANCET Regional Health Europe”, “European Green Deal as social vaccine to overcome COVID-19 health & economic crisis”: i professori Leonardo Becchetti dell’Università di Roma Tor Vergata, Antonio Felice Uricchio, Presidente ANVUR, Alessandro Miani, Presidente SIMA, Alessandro Distante, Presidente ISBEM e Prisco Piscitelli, Vice Presidente SIMA.
Secondo il professor Becchetti: “Se vogliamo trarre una lezione decisiva dal Covid-19 dobbiamo avere chiaro che tutto è interconnesso, in modo da indirizzare i nostri sforzi verso azioni che raggiungano simultaneamente una serie di obiettivi, dall’economia verde al restituire senso alla vita umana, fino alla protezione della salute planetaria”.
Il professor Antonio Felice Uricchio evidenzia: “Nella società ecologica, salute, ambiente, innovazione e ricerca si inscrivono in un modello a rete di forte e inscindibile connessione e compenetrazione. Il lavoro muove dall’emergenza pandemica, offrendo una visione integrata e prospettica protesa al superamento della fase emergenziale”.
Gli fa eco il professor Alessandro Miani: “Se questa pandemia e le drammatiche conseguenze che ha determinato sono anche il frutto di uno squilibrio degli ecosistemi e di zoonosi endemiche (in linea con il “One Health Approach”) intrecciatesi con povertà economiche e culturali, è proprio da questi ultimi aspetti che dobbiamo partire per contrastare le cause delle attuali e future pandemie”.
Gli autori sottolineano che la crisi del Covid-19 rappresenta una potenziale opportunità per accelerare il processo di contrasto alle disuguaglianze e la promozione di nuove forme di economia generativa, che dà senso alla vita dei singoli, dove le azioni di ciascuno sono in grado di impattare positivamente sulla vita degli altri e sul nostro pianeta. È la generatività il vaccino sociale in grado di rafforzare gli anticorpi delle nostre comunità contro le minacce presenti e future.
“La generatività – continua Becchetti – incorpora tutte le dimensioni del benessere – fisiche, mentali e sociali – che derivano dall’avere lavori soddisfacenti, protezione sociale, copertura sanitaria, istruzione universale e gratuita, vivere in un ambiente sano e sentire come cittadini la nostra responsabilità politica. La generatività rappresenta una prospettiva che può essere utile per valutare la qualità dei progetti che dobbiamo finanziare all’interno del Green Deal europeo e del Recovery Fund: i nostri investimenti dovrebbero essere concessi tenendo conto anche del loro potenziale generativo oltre della loro capacità di creare valore economico e posti di lavoro. I progetti più preziosi per il nostro futuro sono quelli che prevedono la partecipazione attiva del maggior numero di persone nella nostra società”.
“Saranno i grandi piani come il Green Deal, – aggiunge Miani – già messo in cantiere e finanziato dall’Unione Europea, a restituirci un futuro anche migliore di quello degli ultimi decenni. La svolta verde europea coinvolgerà ogni settore dell’economia e l’UE sosterrà gli investimenti in tecnologie rispettose dell’ambiente, la digitalizzazione, la promozione di mezzi più puliti per i trasporti pubblici e privati, la decarbonizzazione della produzione di energia e dell’industria, la riduzione dei prodotti chimici in agricoltura, l’efficientamento del sistema edificio e il miglioramento degli standard ambientali globali contrastando l’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria”.
Secondo il professor Prisco Piscitelli: “Come intuito da Sir Richard Horton, Editor in chief di ‘Lancet’, quella del Covid-19 è una crisi risultante dalla fusione di un’epidemia infettiva e di una serie di condizioni sottostanti tra cui malattie non trasmissibili e fragilità che riconoscono le disuguaglianze socio-economiche come fattori predisponenti cruciali o addirittura prognostici”.
In tal senso il premio Nobel Angus Deaton ha evidenziato come un basso reddito, un’istruzione inadeguata e cattive condizioni di lavoro siano tutti fattori che incidono negativamente sui tassi di mortalità in questa pandemia. Oltre a ciò, sembra emergere con sempre maggiore evidenza che le aree che registrano i livelli più elevati d’inquinamento atmosferico hanno subito anche le peggiori conseguenze della pandemia.
L’articolo pubblicato su “Lancet Regional Health Europe” è accompagnato da una lettera di endorsement del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli che ne esplicita la piena condivisione: “Un nuovo orizzonte di speranza si aperto nel 2020 col Green Deal lanciato dall’Unione Europea per fissare l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 per tutti i paesi dell’UE, promuovendo l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 almeno al 50% rispetto ai livelli del 1990. Il Green Deal europeo ha lo scopo di trasformare le sfide climatiche e ambientali in opportunità e rendere la transizione giusta e inclusiva per tutti, senza lasciare indietro nessuna regione e nessuna persona. Questo impegno politico diventerà un obbligo legale per gli Stati membri dell’UE ed è supportato da un piano d’azione per passare ad un’economia circolare, pulita, in grado di ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento. Al piano si accompagna un enorme sostegno finanziario all’economia verde, mobilizzando investimenti di fondi pubblici e privati fino a 1.000 miliardi di euro nei prossimi 10 anni oltre al 50% dei fondi della Banca europea per gli Investimenti”.
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