Welfare
Countdown in attesa del disastro annunciato
Presto cadrà anche il limite della capienza tollerabile. L'ex sottosegretario Manconi: «In Italia mai così tanti detenuti»
Carceri, meno di tre mesi al naufragio. Che si preannuncia il più grave della storia penitenziaria d’Italia. Perché per la prima volta i detenuti, che al 28 febbraio 2009 erano 60.036, supereranno la soglia di capienza tollerabile di 63.557 posti. Una certezza quasi matematica, vista la tendenza dell’ultimo anno: più mille detenuti al mese, con un picco di 1.300 nei 28 giorni di febbraio. Ma c’è un altro triste traguardo alle porte: tra un mese o poco più si raggiungerà il record assoluto di detenuti. Stracciando quello precedente del 30 giugno 2006 (la vigilia dell’indulto), che era di 61.246 presenze. «Saremo di fronte al numero più alto di detenuti dell’Italia repubblicana», rileva Luigi Manconi, sottosegretario alla giustizia dello scorso governo Prodi e direttore di Innocentievasioni.net. «Se non fosse un fatto tragico, suonerebbe ridicolo. Ma è la realtà, che parla di un sovraffollamento che già oggi è enorme: rispetto ai 43.102 posti regolamentari totali, il numero attuale è superiore di quasi il 50%». Ovvero, su tre detenuti per cella, uno è di troppo. E i dati ministeriali parlano chiaro: se la media nazionale del tasso di sovraffollamento è del 139%, la capienza regolamentare è una chimera per 18 regioni italiane su 20 (le eccezioni sono Valle d’Aosta e Umbria), con la maglia nera che va all’Emilia Romagna (189%), seguita da Veneto (159%) e Lombardia (152%). Come uscire dal tunnel?
«Qualche effetto mitigante lo possono dare in primo luogo la modernizzazione in atto di diverse carceri, che porterà ad almeno 4mila nuovi posti, e, nel lungo termine, il Piano carceri dell’attuale governo», riprende Manconi, «ma il ritmo mensile di nuovi ingressi è talmente più rapido che rischia di rendere vani gli sforzi edilizi». Le parole dell’ex sottosegretario trovano conferma in quelle di Luigi Pagano, provveditore del Dap per la Lombardia: «Il carcere di Bollate dal 15 marzo ha a disposizione un nuovo reparto di 400 posti, e Bergamo presto potrà contare su ulteriori 600. Ma è un alleggerimento: il tracollo sembra inevitabile», ammette Pagano. «Almeno due possibili vie d’uscita, però, ci sarebbero: da un lato, superare il problema dei detenuti in attesa di convalida d’arresto, che a San Vittore sono il 30% e a Brescia addirittura il 69%, attraverso l’ampliamento delle camere di sicurezza delle questure», spiega Pagano, «poi bisogna rafforzare l’uso delle misure alternative». Misure che funzionano: «La “messa alla prova” abbatte la recidiva, lo dicono tutti i dati», aggiunge Elisabetta Laganà, presidente della Cnvg – Conferenza nazionale volontariato giustizia, «se invece si punta solo sull’inasprimento della pena la situazione diventerà sempre più drammatica».
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