Famiglia

Costruiamo insieme la pace in Kosovo

A metà novembre un convegno all’università di Lecce favorirà gli scambi culturali tra studenti italiani e kosovari

di Redazione

Mentre leggete queste parole sui 400 mila profughi del Kosovo cade la prima neve. Ricoprirà definitivamente le fosse comuni e le 70 mila persone che dall?inizio dei conflitti vivono all?addiaccio. Davanti a questo scenario, «I Care!, mi importa, riguarda anche me», rispondono l?Associazione Beati i costruttori di pace, l?Associazione Papa Giovanni XXIII, la Campagna per una soluzione non violenta in Kosovo, Pax Christi, il Movimento Internazionale di Riconciliazione e il Gruppo autonomo di volontariato civile in Italia. Che hanno lanciato un?iniziativa molto particolare: una mobilitazione internazionale non violenta per la pace e i diritti umani in Kosovo e nel mondo. Scopi dell?iniziativa, che dovrebbe culminare con una ?grande marcia? su Prishtina per celebrare i primi 50 anni della dichiarazione dei diritti umani, sono la cessazione del conflitto armato, il rientro assistito degli sfollati e la ripresa di un dialogo tra le parti. «Ma, soprattutto», dice il presidente di Pax Christi, monsignor Bona, «una forte azione che, superando gli interessi dei singoli stati, consenta di promuovere una soluzione politica invece che militare». Per portare aiuto finora sono stati varati i seguenti progetti: un gruppo di volontari dell?associazione Papa Giovanni XXIII partirà nei prossimi giorni per vivere in Kosovo e l?università di Lecce organizzerà un congresso a metà novembre con lo scopo di far confrontare studenti italiani e kosovari sulla possibilità di una soluzione non violenta della guerra. Per informazioni: Beati i costruttori di pace, telefono 049/ 8755897.


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