Ambiente
Costituzione e animali selvatici
È in programma mercoledì 13 dicembre a Montecitorio una tavola rotonda sull’attuazione giurisprudenziale e legislativa dei principi costituzionali di tutela di ambiente e fauna selvatica organizzata da Lav e Wwf con il supporto di Enpa, Lac, Leidaa, Lipu, Lndc e Oipa
di Redazione
Analizzare lo stato di attuazione dei principi sanciti dall’articolo 9 della Costituzione – così come aggiornato a febbraio 2022 – che inserisce tra i principi fondamentali dell’ordinamento repubblicano la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni e disponendo che la legge dello Stato disciplini modi e forme di tutela degli animali.
È questo l’obiettivo della tavola rotonda, organizzata da Lav e Wwf, con il supporto di Enpa, Lac, Leidaa, Lipu, Lndc e Oipa, su “Costituzione e animali selvatici” in programma mercoledì 13 dicembre (ore 10 – 13) a Montecitorio (dettagli in agenda online)
Due anni dopo le ricadute
I relatori indagheranno i motivi che, a quasi due anni dall’approvazione delle importanti modifiche costituzionali, determinano ancora oggi un ampio divario tra le ricadute di questo articolo in ambito giurisprudenziale e quelle in quello normativo. Se nel primo caso, infatti, il nuovo testo costituzionale è stato sostanzialmente riconosciuto ed applicato, non si può dire la stessa cosa nel secondo caso dove, sia sul piano normativo nazionale e regionale, sia su quello amministrativo, il nuovo testo costituzionale viene sostanzialmente ignorato.
Nonostante l’implementazione di tali fondamentali principi nella Carta costituzionale, infatti – sottolinea una nota degli organizzatori-, dalla fine del 2022 si registra una produzione di atti normativi ed amministrativi che di fatto stanno portando a una progressiva riduzione dei livelli di tutela della fauna selvatica, in piena contraddizione con il mandato costituzionale.
I problemi evidenti
Tale settore è già caratterizzato da una serie di problematiche evidenti: un sistema sanzionatorio troppo debole e non proporzionato all’entità dei ricavi illeciti generati da particolari settori quali il traffico di animali selvatici; la scarsa vigilanza del territorio; la poca conoscenza della materia e delle implicazioni che i crimini contro la fauna selvatica determinano anche in tema di tutela della salute umana.
I provvedimenti che hanno inciso negativamente
Su questa situazione problematica – precisa ancora la nota – hanno inciso negativamente vari provvedimenti: la riforma “Cartabia”, che ha previsto la perseguibilità a querela di parte (e non più d’ufficio) anche del cosiddetto “furto venatorio” (il furto aggravato perpetrato dai soggetti che si appropriano illegalmente della fauna selvatica che la legge identifica come patrimonio indisponibile dello Stato).
Per non parlare dell’approvazione del “cosiddetto emendamento “caccia selvaggia” nella legge di bilancio 2023 che consente l’esercizio di abbattimento ad opera di cacciatori anche di specie protette e anche nelle aree urbane e nei parchi e nei periodi di divieto (come la delicata fase della nidificazione), escludendo il controllo scientifico di Ispra”.
Sotto la lente degli ambientalisti anche “le modifiche apportate alla legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica attraverso gli emendamenti inseriti nel Decreto Asset in palese violazione del Regolamento Europeo 2021/57 sul divieto dell’uso delle munizioni al piombo nelle zone umide e del Regolamento Europeo 1907/2006 sulla restrizione all’utilizzo di sostanze chimiche nocive per ambiente e salute umana”.
E ancora: “La modifica del processo amministrativo per indebolire l’azione delle associazioni ambientaliste e animaliste nella fase dei giudizi cautelari contro i calendari venatori regionali; la creazione di un Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale individuato quale massimo organo tecnico scientifico in materia di fauna selvatica a scapito dell’Ispra, nonostante sia composto in gran parte da rappresentanti del mondo venatorio e da un solo membro su 17 del mondo scientifico”.
Gli organizzatori: chiederemo l’intervento di Mattarella
«Il mancato recepimento dei principi di tutela contenuti nell’articolo 9 della Costituzione, così come aggiornato nel 2022, negli atti normativi licenziati dopo quella data, rappresenta un gravissimo affronto ai principi fondanti della nostra Repubblica», affermano le associazioni organizzatrici dell’evento «gli esiti della tavola rotonda forniranno nuovi spunti che sottoporremo all’attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo un suo intervento perché il legislatore nazionale e regionale sia richiamato alla puntuale traduzione in atti normativi dei concetti di tutela di ambiente e animali».
Foto da Unsplash
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