Sostenibilità

Coste, il profilo fragile dell’Italia è in cerca di tutela

di Redazione

Un litorale lungo 8mila chilometri costellato di infrastrutture, porti, stabilimenti balneari, compromesso dall’erosione costiera e dall’inquinamento, con un sistema di aree marine che sono “protette” solo sulla carta, parchi nazionali costieri mai nati e una cronica mancanza di fondi che rischia di relegare le aree protette a una funzione meramente burocratica. E mentre il mondo guarda a Rio +20 ribadendo obiettivi di conservazione che rafforzino la tutela nel nome di uno sviluppo davvero sostenibile, la tutela delle coste e degli ecosistemi marini italiani è davvero in “alto mare”. È la fotografia scattata dal nuovo dossier Coste: il profilo fragile dell’Italia consegnato dal WWF al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini lo scorso 16 maggio, insieme a un decalogo “salva-coste” con le richieste per proteggere i nostri litorali da una pressione umana sempre più insostenibile.
Secondo lo studio WWF, il 42% dei litorali è interessato da fenomeni di erosione e lungo le nostre coste incontriamo uno stabilimento balneare ogni 350 metri (12mila in tutto). Sul fronte dei porti poi, il nostro Paese vive una vera anomalia: in Italia infatti si conta un porto ogni 14,2 chilometri di costa per un totale di 525 fra turistici e commerciali, approdi e darsene. Nostro anche il primato del greggio sversato nei principali incidenti che si sono succeduti in 25 anni, con 162.200 tonnellate.
Eppure gli strumenti di tutela ci sarebbero: oltre alle convenzioni internazionali, le direttive comunitarie, le norme nazionali e regionali, si contano in Italia 7 Parchi nazionali costieri, 27 Aree marine protette. «Ma questo impianto di tutela è tale solo sulla carta», dice Gaetano Benedetto, direttore delle Politiche ambientali del WWF, «perché mancano strategie, atti d’indirizzo efficaci, fondi e quelli disponibili non sono ben gestiti, mentre la rete dei controlli è sempre più debole nonostante gli sforzi degli organi preposti». Ecco perché, in occasione della visita del ministro al WWF, l’associazione ha presentato a Clini una serie di proposte che riguardano da un lato, la diminuzione della pressione sulle coste già edificate, dall’altro, una gestione naturalistica ed ambientale efficace per le aree che si sono salvate, rafforzando la pianificazione e la collaborazione Stato-Regioni.

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