Costanza Fanelli: bene le srl senza profitti

Nel parlare di impresa sociale non si può prescindere dall?esperienza delle cooperative sociali.
Fermo restando che la definizione di impresa sociale non si esaurisce in quella delle cooperative sociali, ogni ipotesi di sviluppo delle prime sarebbe menomato se non si tenesse in considerazione l?evoluzione delle seconde. Le imprese sociali dovrebbero avere alcune caratteristiche precise: la prima è l?assenza di uno scopo lucrativo.
L?ambito di operatività andrebbe ben delineato con un intervento che non abbia un carattere definitorio generico ma che individui i settori di intervento tra cui l? assistenza, la sanità, l?istruzione, la cultura, la tutela ambientale?
Altro elemento caratteristico dovrebbe essere una forte connotazione associativa, mutuando i principi della gestione partecipativa coinvolgendo tutti i portatori di interessi: i volontari, i lavoratori e i fruitori dei servizi offerti.
Chi costituisce un?impresa sociale deve inoltre essere consapevole che si assume delle responsabilità non solo nei confronti dei soci ma anche della comunità in cui opera e per questo dovrebbe essere previsto l?obbligo della redazione di un bilancio sociale. Sulle forme societarie che potrebbe assumere vi è chiaramente quella della cooperativa cui potrebbe essere aggiunta, con opportune modifiche relative alle regole di governance, anche la forma della società a responsabilità limitata, creando un sistema partecipativo e ponendo limiti alla distribuzione degli utili, e la società in nome collettivo.
Anche le associazioni, sia riconosciute che non, e anche in questo caso con alcune modifiche che permetterebbero per esempio di assumere obblighi anche verso l?esterno, potrebbero essere definite imprese sociali. Da escludere invece la forma della società per azioni in cui la partecipazione dei soci è connessa all?attesa di un ritorno sul capitale investito.

Input

Costanza Fanelli,
responsabile cooperazione
sociale della Legacoop

Legacoop
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