Politica

Costalli (Mcl):«Blocco sociale di cattolici per la riforme»

Il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori ha espresso le chiavi della ripresa davanto al Consiglio Generale del suo movimento

di Redazione

 Di fronte alla crisi di una politica rissosa e povera di valori, con una società allo sbando, è necessario che i cattolici riscoprano le proprie radici e partecipino attivamente alla vita pubblica, ispirando  linee di azione e di responsabilizzazione, anche attraverso l’approvazione di riforme strutturali che diano nuovo ossigeno al Paese rilanciandolo verso la ripresa: per far questo occorre creare un forte blocco sociale che orienti i percorsi e formi la nuova classe dirigente.

Questi in linea di massima i punti salienti della relazione che il Presidente del MCL, Carlo Costalli, ha tenuto davanti al Consiglio Generale del suo Movimento, riunito a Roma da oggi pomeriggio all’hotel Ergife.

 “Stiamo attraversando un interminabile periodo di transizione che rende difficile individuare un percorso chiaro e lineare per i cattolici impegnati nel sociale e in politica”, ha detto. “La gente non ne può più di una rissa continua, di un litigio su tutto. Anche le ultime elezioni amministrative hanno confermato l’affermarsi di posizioni antagoniste. Non siamo riusciti neppure ad approvare ancora la legge sul fine vita: e questa è una grave responsabilità dei cattolici in Parlamento, sia nella maggioranza che all’opposizione”.

 A fronte di quest’impasse il Papa e le gerarchie ecclesiastiche insistono “nell’auspicare pubblicamente che rinasca l’impegno dei cattolici in politica”. “E l’unità politica dei cattolici deve avvenire  proprio attorno ai principi non negoziabili, pur militando in diversi schieramenti”, ha ricordato il presidente del MCL.

 Secondo Costalli “L’evoluzione politica degli ultimi anni ha innegabilmente segnato la progressiva perdita di visibilità, di peso e  di iniziativa politica dei cattolici in entrambi gli schieramenti”. A questo punto “per la dirigenza ecclesiale si aprono due diverse prospettive: continuare sulla via segnata, limitandosi ad individuare nel quadro politico in grande movimento i leaders cui aprire nuove linee di contatto preferenziale (a partire da Tremonti, per esempio); oppure inseguire la lunga prospettiva di una nuova generazione di politici cattolici doc, da creare nei laboratori e nelle scuole di politica legate alle diocesi”.

Come uscire da questa crisi profonda? Per Costalli la risposta sta nella creazione di un forte blocco sociale che orienti e illumini percorsi comuni: serve “un coinvolgimento responsabile di tutti, che rilanci, pur nel rispetto delle varie posizioni, un ampio progetto di riconciliazione nazionale. E deve tornare di grande attualità il tema della Riforma elettorale”.

“Qui si inserisce il ruolo delle grandi organizzazioni sociali di lavoratori cristiani, a partire dal Forum delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, creato dal MCL con CISL,Confcooperative, Confartigianato, CDO e ACLI che sta decollando anche nelle varie regioni, e che si è rafforzato con la recente adesione della Coldiretti. Il Forum è il nucleo centrale dell’idea di blocco sociale che è stato il tema del nostro Congresso Nazionale. E’ nelle grandi reti associative che va ricercata in primis la nuova classe dirigente: fra le organizzazioni che da sole in questi anni hanno garantito democrazia e partecipazione”.

“Abbiamo detto più volte negli ultimi mesi che in Italia andiamo incontro ad uno ‘scomporsi’ e poi ad un ‘ricomporsi’ delle grandi forze politiche: sono convinto che il risultato del referendum abbia accelerato il processo di scomposizione. Attrezziamoci allora per la ricomposizione”, ha detto ancora Costalli.

Il mondo sindacale in questo contesto deve poter dire la sua, liberandosi dalle pastoie degli schemi ideologici: “Secondo uno schema caro a La Repubblica più il sindacato è vicino alle vicende dei partiti più è addomesticabile. Ecco perché si cerca in ogni modo di delegittimare le scelte libere ed autonome della Cisl, mistificando spesso la realtà e offrendola come bersaglio alle frange più estremiste della società. Perché a un certo mondo giornalistico e politico, ‘salottiero e radical chic’ (come lo chiama Bonanni), l’autonomia della Cisl dai partiti non piace, anzi dà enormemente fastidio”.

Costalli ha lanciato quindi la sua sfida alla guida del popolo del MCL: “Non ci faremo irretire da chi vuole tenere bloccato il Paese”.

 I giovani, il lavoro, le donne, sono fra i temi più scottanti del momento: “la via obbligata è quella dell’investimento nella conoscenza e nelle competenze rendendo le persone occupabili e perciò capaci di muoversi in un mercato del lavoro inevitabilmente dinamico. Con una disponibilità di tutti ad accettare i mestieri chiesti dalle imprese e a riconoscere la pari dignità tra percorsi tecnici e liceali, tra lavoro manuale e intellettuale. Inoltre va riconosciuto nelle relazioni industriali collaborative e partecipative la via più naturale per fare competitività, occupazione e salario”.

 E poi la famiglia: “Per conciliare famiglia e lavoro credo che il welfare debba essere ripensato in modo meno centralizzato e più legato ai territori; che debba farsi capace di sostenere, dove esistono, e facilitare dove non ci sono, le occasioni, le iniziative, le reti, gli spazi in cui le donne possano trovare punti di appoggio ma anche momenti di condivisione che le sostengano nella sfida della genitorialità: perché la vera sfida di oggi per le donne è proprio conciliare lavoro e famiglia”, ha concluso Costalli.

I lavori, che si chiuderanno domani in tarda mattinata, proseguono oggi con l’intervento del Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni.


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