Politica

Costalli (Mcl): Monti? Ha fatto bene, ma poteva fare meglio

Intervista a al presidente di Mcl, in occasione della celebrazione dei 40 dell'associazione che a febbraio riceverà l'attestato di merito da parte del cardinal Bagnasco

di Elisa Furnari

 

Si concludono a Roma le celebrazioni per i quarant’anni dalla nascita del Movimento Cristiano Lavoratori che conta oggi 300mila soci e 1924 sedi provinciali, circoli e nuclei; al Presidente Carlo Costalli abbiamo chiesto di descriverci il futuro di questa organizzazione che ha scelto di stare sempre in prima linea nella società e nelle Istituzioni.
 
Si concludono questo week-end le celebrazioni per i quarant’anni dalla nascita del Movimento, cosa ne ha segnato le scelte e il cammino?
 
Gli elementi fondamentali sono tre: in primo luogo l’Intuizione, l’MCL è un “movimento d’intuizione” perché ha sempre avuto la capacità di leggere i fenomeni sociali e politici intuendone ed anticipandone i risvolti, così è stato tanto negli anni precedenti alla sua costituzione (dal ’68), quanto in periodi più recenti in cui l’MCL ha letto in anticipo la degenerazione economica e sociale alla quale andava incontro il nostro Paese trasformatasi poi nella crisi che oggi viviamo. In secondo luogo i Pontefici, con i quali il Movimento ha sempre costruito legami di interazione e servizio, da Paolo VI che ne ha accompagnato la costituzione a Giovanni Paolo II che ha celebrato con il Movimento il 10° e il 20° anniversario, fino a Papa Benedetto XVI che a maggio ha accolto la nostra grande famiglia. In ultimo, ma non per importanza, il Lavoro, con la scelta di essere un Movimento strutturato per tutelare a 360° il lavoratore.
 
Come intende rafforzare la vostra presenza in una società che trabocca di bisogni e fragilità?
 
Il tema della “Presenza” è centrale rispetto al percorso del movimento – a differenza di altre organizzazioni di matrice cattolica – abbiamo scelto di stare veramente in mezzo alla gente anche nelle Istituzioni e credo che la presenza-oltre che attraverso i servizi – possa essere rafforzata mantenendo quel profilo di “autonomia” che ci ha caratterizzato permettendoci di instaurare con la gente un rapporto di fiducia.
 
Dopo Ruini il protagonismo dei cattolici sembra aver perso quel vigore che ha segnato il Paese in tutte le fasi della democrazia. Todi è un Mezzo o un Fine?
 
Todi è in primo luogo una risposta alla crisi sociale e politica del nostro Paese e all’invito che il Santo Padre ha rivolto ai cattolici chiedendo loro di tornare ad essere più presenti nelle Istituzioni. Todi è certamente uno specchio del Forum delle Persone e delle Associazioni nel Mondo del Lavoro ed è un Mezzo avendo avuto il merito di riportare (insieme) le organizzazioni di matrice cattolica attorno ad un tavolo serio di discussione e proposta sui temi centrali come la Famiglia e Lavoro. Le difficoltà nascono quando il tema diventa di natura più strettamente politica perché inevitabilmente ci si scontra con l’autoconservatorismo dei due grandi partiti e la loro incapacità di innovarsi e rinnovarsi, con una legge elettorale priva di senso e con la poca attenzione nei confronti dei “corpi intermedi”.
 
L’idea di riunire i cattolici è compatibile con l’idea di riunire i moderati in un progetto comune?
 
Non credo in un “partito comune” ma certamente in un progetto comune, in un “rassemblement” che riunisca laici e cattolici che fanno riferimento al PPE e che operano nel rispetto e nell’applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa dando anche seguito al processo riformatore e rinnovatore avviato da Monti.
 
Gli strumenti messi in campo da Monti risultano efficaci in termini assoluti ma poco percepibili -nell’esito positivo – dai cittadini e dai lavoratori del Terzo Settore, qual è la posizione dell’MCL?
 
Va premesso che a Monti è stata consegnata un’Italia in condizioni disastrose, a lui va dato il merito di aver intrapreso un percorso riformatore che ci ha salvato dal default e che ha permesso di riacquistare credibilità sul piano internazionale. Certamente molte cose potevano essere fatte meglio, i lavoratori del Terzo Settore hanno più di altri avvertito il peso dei provvedimenti e delle scelte compiute ma credo vada guardato a questa fase come un passaggio indispensabile per garantire nuovamente benessere al Paese.
 
Come si immagina l’MCL tra quarant’anni?
 
Intanto immagino che ci sia ancora…fatto non scontato se pensiamo che storicamente i movimenti nati da una scissione vivono per non più di vent’anni e l’MCL va in controtendenza proprio per la sua capacità di “esserci” dove realmente esiste un bisogno. Credo che tra quarant’anni l’MCL sarà sempre un movimento autonomo, sempre impegnato ed ancor più ricco di donne e giovani sui quali oggi stiamo investendo.
 
Al termine dell’intervista il Presidente Costalli annuncia che il Card. Bagnasco parteciperà al prossimo Consiglio Generale nel mese di febbraio, consegnando all’MCL in quell’occasione un’attestazione di merito per l’attività che svolge.

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