Salute

Costa: «I trapianti diminuiti del 7,1%»

Nel 2010 in Italia si è registrata una diminuzione del numero dei donatori d'organo utilizzati, un calo che si attesta attorno al 7,1%.

di Redazione

Nel 2010 in Italia si è registrata una diminuzione del numero dei donatori d’organo utilizzati, un calo che si attesta attorno al 7,1%. Secondo i dati preliminari al 31 ottobre, questi sono infatti passati dai 1.167 del 2009 ai 1.085 dell’anno in corso.

«Le cause principali di tale flessione – spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt), in un’intervista rilasciata al programma ‘Formato Famiglia’ della rete TV Sat 2000 – sono due: da un lato si e’ riscontrato negli ultimi 5 anni un aumento dell’eta’ media dei donatori, passata da 50 a 55 anni, dall’altro si e’ registrata la diminuzione del numero dei decessi di pazienti cerebrolesi, passati da 5.572 nel 2009 a 2.388 nei primi 6 mesi del 2010, che equivale, secondo i dati in proiezione a fine anno, ad una riduzione del 13,6%».

«La diminuzione del numero dei decessi di pazienti cerebrolesi -afferma Nanni Costa-, è da interpretare in un quadro piu’ ampio che prenda in considerazione il rapporto esistente tra il numero complessivo degli accertamenti di morte cerebrale effettuati nelle rianimazioni (2.257 nel 2009, a fronte di 1.057 nel primo semestre 2010) e il totale dei decessi in seguito a lesioni cerebrali. “Stando ai dati preliminari al 30 giugno 2010 – spiega il numero uno del Cnt – tale rapporto e’ aumentato di 4 punti percentuali, passando dal 40,5% nel 2009 al 44,3% nei primi 6 mesi del 2010. Dunque, se e’ indubbio che sono diminuiti i decessi in seguito a lesioni cerebrali – precisa – e’ altrettanto vero che la Rete nazionale trapianti (Rnt) e’ stata in grado di rispondere in modo incisivo a tale calo, limitando gli effetti negativi sul sistema delle donazioni».

Ma secondo Nanni Costa, “le cause dell’arresto del trend positivo delle donazioni sono diverse e, data la complessita’ del processo di donazione e trapianto che coinvolge molteplici settori della sanita’, devono essere rintracciate sia a livello strutturale-organizzativo sia a livello tecnico”.

Dalla esperienza accumulata dalla rete trapiantologica negli ultimi 10 anni, si evince che la partita sulla donazione si gioca spesso nelle rianimazioni: e’ provato che la non opposizione dipende anche dalla corretta impostazione del rapporto instaurato con la famiglia del potenziale donatore. L’affidabilita’, la serieta’ e la trasparenza della struttura, come la certezza che il paziente sia stato curato al meglio, passano attraverso una gestione corretta della relazione.

«Il Centro nazionale trapianti – spiega il presidente – si impegna con costanza da anni nella programmazione di una serie di interventi di formazione dedicati a tutte le figure sanitarie coinvolte nel processo di donazione (medici di rianimazione, infermieri di rianimazione e coordinatori alla donazione), dedicando maggiore attenzione a promuovere le competenze del personale finalizzate ad una corretta gestione della relazione con la famiglia».

«Sarebbero necessari – aggiunge – anche interventi strutturali che diano un maggiore riconoscimento alla figura del coordinatore locale. Accanto a questi interventi, sarebbe importante diffondere e standardizzare i programmi organo-specifici a livello nazionale che il Cnt ha definito da anni e che, proprio nel 2010, con i programmi di fegato e polmone sono stati completati».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.