Formazione
Costa ha ragione, Charles è il nemico numero uno
Lex signore della guerra liberiano ha incontrato il 26 febbraio Mr. Bah, il rappresentante di Al Qaeda in Africa Occidentale
«È bene che il signor Costa sappia che in Africa occidentale il suo nemico numero uno è Charles Taylor». Negli ambienti che contano si sa che a Douglas Farah piace parlare chiaro e per l?autorevole giornalista investigativo del Washington Post non ci sono dubbi che «dal suo esilio dorato in Nigeria, l?ex presidente liberiano è ancora in grado di destabilizzare la regione».
A confermare le inquietanti convinzioni confidate a Vita da Farah è l?ultima risoluzione sulla Liberia adottata il 21 giugno scorso da un Consiglio di sicurezza dell?Onu «profondamente preoccupato dalle informazioni secondo le quali l?ex presidente Charles Taylor e altre persone a lui associate perseguono attività che compromettono la pace e la stabilità della Liberia e della regione». In realtà, lo scompiglio che Taylor riesce ancora a creare in Africa occidentale si misura con i soldi e le amicizie poco raccomandabili che è riuscito ad accumulare nell?ultimo ventennio. Di sicuro, con una fortuna stimata tra i 150 e i 210 milioni di dollari, Taylor ha digerito più facilmente il patto siglato con la comunità internazionale quando nell?agosto 2003 fu costretto a lasciare un Paese ridotto a un cumulo di macerie da 14 anni di guerra civile. Per scampare ai 17 capi di accusa che la Corte speciale aveva lanciato nei suoi confronti per i crimini contro l?umanità che avrebbe perpetrato nella vicina Sierra Leone, Taylor accettò un esilio dorato in Nigeria e il divieto più assoluto a sostenere «qualsiasi comunicazioni con persone impegnate in attività governative o illegali in Liberia». Ma si sa, fare a meno di alcune vecchie abitudini non è cosa e nel caso di Taylor sembra impossibile. Perché gli introiti ricavabili dai traffici illeciti di armi, diamanti, oro e legno sono irresistibili. Amici e nemici sono quelli di una vita e tanto basta per seminare zizzania.
L?ultimo episodio risale al 26 febbraio scorso quando Taylor decise di violare le regole recandosi a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, per incontrarvi vecchi compagni di merende come Ibrahim Bah, rappresentante di Al Qaeda in Africa occidentale, e Mohamed Mustapha Fadhil, super ricercato dall?Fbi per il gli attentati perpetrati nel 98 dalla rete terroristica islamica contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam. «L?obiettivo», sostiene Farah, «è la possibilità per Al Qaeda di presiedere l?area alimentando le sue casse attraverso il riciclaggio di denaro sporco ottenuto con la vendita di diamanti».
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