Mondo
Costa d’avorio: rullano i tamburi della guerra
In bilico il processo disarmo, primo passo verso un scontro armato definitivo tra (ex) ribelli e forze governative
La possibilità di avviare il 27 giugno prossimo il processo di disarmo dei combattenti della ribellione e di una parte delle forze legaliste, passaggio chiave per consentire alla Costa d’avorio di fuoriuscire da una crisi politica esplosa nel settembre 2002, appare sempre più remoto.
Deux importants responsables de la rébellion des Forces Nouvelles (FN), qui contrôle le nord du pays depuis le coup d’Etat raté de septembre 2002 contre le président Laurent Gbagbo, ont clairement affirmé lundi à Abidjan que le désarmement ne pourrait commencer à cette date, tant que le chef de l’Etat ne remplit pas les “engagements qu’il a pris” à Pretoria, le 6 avril.
Due responsabili delle Forze nuove (Fn), la coalizione di ribelli che controlla il nord del Paese dal mancato colpo di Stato del settembre 2002 contro il presidente ivoriano Laurent Gbagbo, hanno fatto capire che il disarmo non potrà iniziare alla data prevista se il capo di Stato non assumerà “gli impegni presi” a Pretoria nell’aprile scorso.
Il 6 aprile 2005, un nuovo accordo di pòace era stato faticosamente raggiunto tra ribelli e legalisti grazie alla mediazione del presidente di turno dell’Unione africana, il capo di Stato sudafricano Thabo Mbeki. Chiamato a riattivare il precedente accordo di pace siglato a Marcoussis (Francia) nel gennaio 2003, il nuovo accordo prevede, oltre al disarmo delle milizie, quello dei combattenti delle Fn (42.500 ribelli) e dei legalisti (5.500). Lunedì scorso, il vice segretario generale dellle Fn, Louis Dacoury-Tabley, aveva dichiarato che la ribellione condizionava il suo disarmo a quello delle milizie sostenute da Gbagbo.
Ma i miliziani, radicati nella Costa d’avorio occidentale, avevano già posto un rifiuto incondizionato al loro disarmo. Un rifiuto che si è poi rafforzato con gli scontri che si sono verificati nei giorni scorsi nelle loro zone di combattimento.
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