Formazione
Costa d’Avorio: migrazione di rifugiati verso il sud
Nuovo punto di transito, la città portuale di San Pedro, secondo centro economico del Paese. La situazione è preoccupante: ampliato il coprifuoco. E c'è il problema di 70mila profughi, soprattutto li
San Pedro, una città portuale situata a 368 chilometri a sud-ovest d?Abidjan, è diventata un nuovo punto di transito per migliaia di persone che tentano di rifugiarsi nelle zone più sicure del sud e del centro della Costa d?Avorio. Da fonti di organizzazioni umanitarie si è appreso che gli abitanti dei villaggi della zona di San Pedro, molti dei quali arrivati in città a piedi, sono fuggiti verso la capitale economica Abidjan e in altre zone al centro della Costa d?Avorio. Durante il loro passaggio a San Pedro, che conta 430mila abitanti, i rifugiati sono stati presi in carico dalle autorità locali e dalle ong presenti, che hanno provveduto ai bisogni essenziali. Ma il centro culturale della città, uno dei luoghi di transito, si è rivelato presto insufficiente di fronte al crescente numero di persone arrivate.
La situazione di San Pedro, secondo centro economico del Paese, è preoccupante: la crescente situazione d?insicurezza ha costretto il prefetto a estendere l?orario del coprifuoco, portandolo dalle 19 alle 6. C?è preoccupazione anche per una possibile estensione della situazione nella vicina Tabou, città in cui l?Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (HCR) ha trasferito, la scorsa settimana, il suo ufficio per la zona ovest proprio a causa della situazione precaria della regione.
Inoltre, c?è il forte sospetto che tra i ribelli ci siano elementi armati liberiani. È anche per questa ragione che le autorità locali e gli abitanti di Grand-Lahou, a 152 chilometri a ovest di Abidjan, si sono rifiuti di accogliere la richiesta dell?HCR di trasferire i rifugiati liberiani del campo di Nicla verso questa città del sud. E a questo problema bisognerà, dicono all?Alto commissariato, troverà presto una soluzione, all?interno o all?esterno del Paese: si tratta di sistemare in un luogo più sicuro di quello attuale, circa 70mila rifugiati, la maggior parte dei quali liberiani.
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