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Costa d’Avorio: l’opposizione vuole la testa del presidente Gbagbo
Il leader ribelle Guillaume Soro chiede la destituzione di Laurent Gbagbo entro il 30 ottobre
Doveva essere il giorno della riconciliazione. Quello per cui gli ivoriani sarebbero stati chiamati a recarsi alle urne per mettere la parola fine a tre anni di guerra civile e votare il loro futuro Presidente della Repubblica.
Ma il 30 ottobre 2005 assomiglia sempre più a una data incubo per il cittadino della Costa d’Avorio. Ormai, si teme solo il peggio. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato il capo della ribellione ivoriana delle Forze Nuove (Fn) Guillaume Soro, che ha intimato sabato scorso il presidente della Repubblica Laurent Gbagbo di lasciare il potere il 30 ottobre. “Dal 30 ottobre” ha infatti dichiarato Soro, “Gbagbo non è più da considerarsi presidente della Costa d’Avorio. Tornato nelle vesti di semplice cittadino, potremo organizzazione tutti insieme una transizione (politica, ndr)”.
Il leader ribelle ha poi nuovamente recusato la mediazione sudafricana da un processo di pace totalmente bloccato. “Il ruolo di Thabo Mbeki è giunto a suo termine. Le Forze Nuove hanno recusato questa mediazione perché non imparziale e troppo vicina a Laurent Gbagbo”. Da cui l’appello rivolto al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo di riprendere in mano i negoziati di pace.
Presente sul suolo ivoriano con una missione forte di oltre 7mila uomini, le Nazioni Unite non sanno più a che santo rivolgersi. Sulle onde di Radio France Internationale, il Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan ha ribadito l’impossibilità di poter tenere elezioni presidenziali il 30 ottobre. Particolarmente irritato dalla questione ivoriana, Annan ha espresso la sua totale “incomprensione rispetto ai leader ivoriani, uomini che si considerano capaci di dirigere un Paese e che provano a diventare Presidente di una nazione che stanno distruggendo”.
“Siamo in un viccolo cieco” ha ammesso il più importante rappresentante delle Nazioni Unite. “Ogni protagonista sembra asspettare le mosse del proprio avversario. Le parti in conflitto hanno firmato degli accordi che poi non vengono mai applicati”.
Dal settembre 2002, la Costa d’Avorio è tagliata in due dopo l’esplosione di una guerra civile che oppone il regime presidenziale di Laurent Gbagbo a due forze di opposizione: la prima, ribelle, guidata dal leader nordista Guillaume Soro, e la seconda, civile, che vede protagonista una coalizione di partiti capeggiata da Alassane Ouattara (ex primo ministro) e Henri Konan Bédié (ex Presidente della Repubblica).
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