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Costa d’Avorio. Gbagbo arrestato
Decisiva l'ultima offensiva della Francia e dell'Onu sulla residenza del presidente uscente
Scacco matto per Laurent Gbagbo. L’ultima offensiva militare lanciata ieri sera dalle truppe dell’operazione francese Licorne e dalle forze delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio (Onuci) ha avuto ragione del presidente uscente ivoriano, arrestato poco nella sua residenza e trasferito all’Hotel du Golf, il quartiere generale di Alassane Ouattara, il presidente risconosciuto dalla Comunità internazionale.
A rivelare per primo l’arresto di Gbagbo è stato un suo consigliere, Alain Toussaint, portavoce del presidente uscente in Europa. La notizia è stata confermata dal clan Ouattara e dall’ambasciatore della Francia a Abidjan. Il ministro della difesa francese, Gérard Longuet ha dichiarato che “Laurent Gbagbo è stato arrestato dalle forze di Ouattara sostenute da Licorne e dall’Onuci”.
Il corrispondente del canale televisivo France 24 sostiene di aver sentito delle urla di vittoria nell’Hotel du Golf dove alcuni fedeli di Ouattara hanno dichiarato: “E’ finita! E’ finita!”. Lo stesso corrispondente avrebbe visto uscire i pro Ouattara dall’albergo con in mano delle mèche di capelli: “Sono i capelli di Simone!”, in riferimento alla moglie di Laurent Gbagbo.
Come sostiene il Primo ministro di Ouattara, Guillaume Soro, “per la Costa d’Avorio è la fine di un lungo incubo” iniziato all’indomani delle elezioni presidenziali tenutesi nel novembre scorso quando Laurent Gbagbo si rifiutò di riconoscere la vittoria del suo rivale, Alassane Ouattara.
Nonostante la Comunità internazionale avesse avvalorato i risultati, Gbgabo si rese protagonista di un vero e proprio colpo di Stato con il supporto del presidente della Corte costituzionale, un suo amico, che non esitò a confermare Gbagbo alla guida del paese.
Dopo lunghe trattative infruttuose, i pro Ouattara hanno deciso di passare all’attacco lanciando nel marzo scorso una grande offensiva dall’Ovest del paese alla conquista di Abidjan dove Gbagbo occupava la presidenza. Per due settimane la capitale economica della Costa d’Avorio è stato il teatro di scontri violentissimi tra da un lato le forze pro Ouattara, le truppe Licorne e l’Onuci, e dall’altro gli uomini rimasti fedeli a Gbagbo. Oggi si chiude una lunga e dolorosa pagina nella Storia del paese francofono più ricco dell’Africa occidentale.
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