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Costa d’Avorio: escaltion dell’orrore

Secondo la Croce Rossa Internazionale, gli scontri degli ultimi 2 giorni tra manifestanti pro-Gbagbo e soldati francesi dell'Opération Licorne avrebbero fatto a Abidjan 410 feriti

di Joshua Massarenti

“Il numero dei morti rimane approssimativo” sottolinea il comunicato della Croce rossa, “ma si teme che risulterà pesante”. Il comunicato del Cicr non precisa le circostanze in cui queste persone sono state ferite, né tantomeno la loro nazionalità di appartenenza. Forti critiche sono state invece indirizzate ai protagonisti delle violenze, i membri della “Force Licorne” (forza d’interposizione francese) e i “Giovani patriotti” (milizie estremiste pro-Gbagbo), “poco disposti a facilitare il lavoro degli umanitari” Gli ostacoli incontrati dalle squadre di soccorso del Cicr hanno fatto sì che gli aiuti in favore dei civili feriti sono stati considerevolmente ritardati, iniziando solo nella tarda mattinata di domenica. Gli scontri a Abidjan sono iniziati nel pomeriggio di sabato dopo che l’aviazione militare francese aveva bombardato l’aeroporto di Yamoussoukro distruggendo due caccia bombardieri ivoiriani. Quella francese è stata un risposta ai bombardamenti compiuti in precedenza dalle forze aree ivoiriane sulla città di Bouaké facendo nove morti tra i soldati francesi e 38 feriti.

  • E per seguire le vicende sulla Costa d’Avorio, consulta la sezione Africa Alle origini cronologiche del conflitto ivoiriano Dicembre 1993: morte di Felix Houphouet-Boigny, presidente della Costa d’Avorio dal 1960 Dicembre 1994: il nuovo presidente Henri Konan Bédié fa adottare un nuovo Codice elettorale che impone ai candidati di provare la loro discendenza e nazionalità ivoiriane Dicembre 1995: Bédié eletto presidente della Repubblica con oltre 94% dei consensi 24 dicembre 1999: Con un colpo di Stato, l’ex capo di Stato maggiore Robert Guei destituisce Bédié. Le istituzioni repubblicane sono dissolte e viene istituito un Comitato nazionale di salute pubblica (Cnsp). Ritorno dell’esiliato Alassane Ouattare, leader della Riunificazione dei repubblicani (Rdr) Luglio 2000: nuova Costituzione adottata via referendum. Ogni candidato alle presidenziali “deve essere ivoiriano di padre e di madre ivoriani e senza che si sia nel passato prevalso di un’altra nazionalità”. Ouattara viene de facto escluso dalla corsa presidenziale per le sue presunte origini burkinabé. Il leader del Rdr si porta candidato alle presidenziali di ottobre 2000. Ottobre 2000: il generale Guei si autoproclama vincitore delle presidenziali di cui Ouattara è stato escluso e a cui non ha partecipato l’ex presidente Bédié. Tre milioni di ivoiriani protestano nelle strade di Abidjan in seguito all’appello di Laurent Gbagbo, leader del Fronte patriottico ivoiriano, la cui vittoria elettorale viene riconosciuto dalla Commissione elettorale. Primi massacri: fossa comune di 57 cadaveri scoperta a Abidjan. Dicembre 2000: Gbagbo impone “stato d’urgenza” e un “coprifuoco”. Trionfo del suo partito alle legislative, boicotatte da Ouattara. 2001: un Forum della riconciliazione nazionale riconosce la nazionalità ivoiriana di Ouattara e il governo di Gbagbo. 2002 19 settembre: Tentativo di colpo di Stato in cui Guei viene ucciso degenra in sollevamento armato. Le città di Bouaké (nord) e di Korhogo (centro) in mano ai ribelli guidati da Guillaume Soro, ex compagno di strada di Gbagbo. 22 settembre: arrivo dei primi battaglioni francesi per la missione denominata “Opération Licorne”. Ottobre: gli ammutinati del 19 settembre formano il Movimento patriottico della Costa d’Avorio (Mpci) sotto la guida di Soro. Il loro obiettivo: rovesciare Gbagbo. Novembre: apparizione di due altri movimenti ribelli – il Movimento popolare ivoiriano del grande ovest (Mpigo) e il Movimento per la giustizia e la pace (Mjp) – che rivendicano la conquista delle città di Man e Dadané, nell’estremo ovest del Paese. Dicembre: scontri fra ribelli e soldati francesi. 2003 15-26 gennaio: Accordi di Linas-Marcoussis (periferia di Parigi) che prevedono il mantenimento di Gbagbo alla presidenza, la formazione di un governo transitorio composto da tutte le parti in conflitto, ivi compreso i ribelli che ottengono i preziosi dicasteri della difesa e dell’interno. 4 febbraio: violenti manifestazioni dei partigiani estremisti di Gbagbo, contrari agli accordi di Marcoussis. Risoluzione Onu autorizza dispiegamento di forze armate della Francia e della Cedeao (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale). La forza Licorne raggiunge i 3000 soldati. 10 marzo: formazione del governo interimario guidato dal premier Seydou Diarra 3 maggio: cessate il fuoco tra governative e ex ribelli. 13 maggio: risoluzione1479 del Consiglio di sicurezza dell’Onu che crea la Minuci (Missione delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio) composta da una forza militare d’appoggio alle truppe francesi e della Cedeao, con il compito di facilitare l’applicazione degli accordi di Marcoussis. 4 giugno: le forze armate governative e le Forze Nuove (Fn, ex ribelli) dichiarano la fine della guerra. Rimane però una linea di cessate il fuoco che divide il Paese in due: il sud legalista e il nord controllato dai ribelli. 2004 27 febbraio: Consiglio di sicurezza dell’Onu vota la risoluzione 1528 che autorizza il dispiegamento dell’Onuci (Operazione delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio) per 12 mesi. Formata da 6 240 soldati e 350 poliziotti, l’Onuci ha per missione di osservare il cessate il fuoco, di aiutare al disarmo e al ritorno alla vita civile dei combattenti e di contribuire alla preparazione delle presidenziali previste per il 2005. 4 marzo: il Pdci (partito di Bédié) sospende le sue attività nel governo in segno di protesta al partito di Gbagbo. 25 marzo: l’opposizione, in violazione di un decreto presidenziale che vieta ogni manifestazione di strada, organizza una protesta popolare che degenera in scontri con le forze dell’ordine. Bilancio: dai 300 e ai 500 morti tra i manifestanti. I partiti oppositori annunciano il loro ritiro dal governo. maggio: tre ministri, tra cui Soro, destituiti. 30 luglio: Summit di Accra III in Ghana sotto la presidenza di Kofi Annan. Nuovo calendario di riforme politiche e disarmo delle forze governative e dei ribelli dal 15 ottobre 2004. Gbagbo promette di studiare una riforma dell’articolo 35 della Costituzione, che impedisce Ouattara di portarsi candidato. 9 agosto: reintegrazione dei tre ministri destituiti e riunione al completo del governo di riconciliazione nazionale. Gbagbo firma un decreto con cui delega parte dei suoi poteri al primo ministro fino all’ottobre 2005, data delle prossime presidenziali. 15 ottobre: le forze ribelli ignorano un ultimatum per l’inizio del disarmo rifiutando di deporre le armi fino all’attuazione piena degli accordi di pace del gennaio 2003. 4 novembre: aerei governativi bombardano Bouaké, roccaforte dei ribelli, e danno il via a un’operazione per riprendere il nord del paese. 6 novembre: otto militari francesi della forza di pace ”Licorne” uccisi in un attacco degli aerei governativi.

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