Famiglia

Costa D’Avorio: drammatico grido d’aiuto da Gregoire

L'uomo che ha salvato dalla segregazione migliaia di malati mentali si trova in una situazione disperata. Non c'è più cibo e gli 800 malati che ha in carico rischiano l'abbandono

di Benedetta Verrini

Si trova nel bel mezzo della polveriera con i suoi 800 diseredati. E’ questa la situazione in Costa D’Avorio per Gregoire Ahoungbonon, il volontario africano che ha salvato dalla segregazione migliaia di malati mentali, e che oggi a Bouaké gestisce 5 centri sanitari. Agli amici italiani dell’associazione Jobel sta mandando notizie e richieste sempre più disperate: la capitale ivoriana è completamente isolata. Ieri all’ospedale San Camillo sono arrivate 1.500 persone alla ricerca di cibo. I cooperanti di Medici senza Frontiere ormai utilizzano il suo centro per operare, perché tutti gli altri non sono agibili. Ecco il report che ci hanno inviato gli amici di Jobel (in fondo ci sono anche i riferimenti per sostenere economicamente Gregoire in questo momento di emergenza): Cari amici, volevamo informarvi sulla situazione drammatica che Grégoire sta vivendo insieme ai suoi amici malati. Dopo il tentativo di colpo di stato la Costa d’Avorio si è spaccata in due: la parte Nord è in mano ai ribelli, quella Sud è controllata dalle truppe regolari. Bouaké, la città dove si trova il maggior numero dei centri della San Camillo con circa 800 malati, è la zona di frontiera fra le due parti. Numerosissimi sono quelli che hanno lasciato la città forse 200.000 . Ormai si trova ben poco da mangiare e quello che c’è, è carissimo. Moltissimi soffrono la fame. In questa situazione Grégoire cerca ogni giorno, a rischio della sua vita, di darsi da fare per permettere ai suoi malati di mangiare. Inoltre, a questi si sono aggiunti moltissimi prigionieri dopo che le carceri sono state aperte; questi disperati non hanno altro rifugio al di fuori di Grégoire. Anche numerose famiglie ormai allo stremo, si rivolgono a lui per potersi sfamare. Ieri sera ci raccontava di aver raccolto sul marciapiede una madre con quattro figli e di averli rifocillati. Fatti come questo fanno parte purtroppo dello scenario che Grégoire vive quotidianamente. Grégoire deve cercare il cibo ormai fuori dalla zona controllata dai ribelli, sfidando il coprifuoco e a rischio della propria vita. Va infatti fino alla missione di Sakassou tenuta dai missionari italiani di Belluno; anche qui però le scorte stanno finendo. Si tratta soprattutto di riso, in quantità industriali, circa 12 sacchi di cinquanta chili, che servono ogni giorno per sfamare le tante bocche che fanno ricorso a lui. Oltre al cibo, la preoccupazione di Grégoire sono le medicine, in particolare gli psicofarmaci, introvabili non solo a Bouaké, ma anche nel resto della Costa d’Avorio. Stiamo contattando una società olandese per acquistare degli psicofarmaci da inviare alla San Camillo. Come potete vedere la situazione esige una risposta da parte di coloro che hanno conosciuto e sostenuto l’esperienza di Grégoire. Gli appelli fatti alle varie organizzazioni internazionali non hanno ottenuto nessun risultato. Ci rivolgiamo quindi ancora a voi in questo momento così tragico perché l’opera di Grégoire possa continuare a vivere. I contributi possono essere versati: Su conto corrente postale n°13218334 intestato all’Associazione “Jobel” Su conto corrente bancario utilizzando i seguenti dati BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI FIUMICELLO ED AIELLO DEL FRIULI – FILIALE DI SAN VITO AL TORRE (UD) ABI 08551 – CAB 64240 C/C 20378-2


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