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Costa D’Avorio: Amnesty denuncia crimini dei ribelli
Il rapporto dell'organizzazione riferisce nel dettaglio l'uccisione a sangue freddo di 60 pubblici ufficiali con i loro figli, 50 bambini
Amnesty International ha svelato uno dei più feroci massacri compiuti dai ribelli in Costa D’Avorio: 60 gendarmi e 50 dei loro figli sono stati uccisi a sangue freddo dai ribelli del Movimento patriottico della Costa d’Avorio (Mpca). L’organizzazione ha presentato un rapporto dettagliato sulla base di testimonianze dirette raccolte sul posto lo scorso dicembre. Secondo il rapporto, il massacro è stato compiuto il 6 ottobre scorso nei pressi di Bouaké, la città divenuta roccaforte dei ribelli. Oltre 100 vittime sono state fatte uscire dalle caserme in cui si trovavano, su cui peraltro sventolava una bandiera bianca, e condotte fino a un campo militare dove sono state uccise a sangue freddo da ”elementi armati del Mpca”.
Le rivelazioni di Amnesty International potrebbero segnare una svolta nel delicato processo di transizione che sta vivendo il Paese africano, in guerra civile dal settembre scorso. Secondo gli accordi di Marcoussiss (il sobborgo di Parigi dove la diplomazia francese ha fatto da mediatrice fra governo e ribelli) nel nuovo governo di unità nazionale due ministeri chiave, gli interni e la difesa spetterebbero ai movimenti ribelli.
A poche ore dalla sua pubblicazione – riferisce l’agenzia Misna – il rapporto di Amnesty International ha sollevato un vespaio di polemiche. “Sono completamente sorpreso da questo rapporto”, ha dichiarato Sidi Konaté, portavoce dello Mpca. Il rappresentante del maggiore dei 3 movimenti ribelli che da mesi tengono in scacco il governo e che controllano l’intera zona centro settentrionale del Paese, non ha voluto commentare ulteriormente. “Non è il momento di fare polemiche se vi saranno delle chiarificazioni da fare le faremo”, si è limitato ad aggiungere Konaté. Dure invece le parole del portavoce del presidente Laurent Gbagbo, Alain Toussaint, il quale ha dichiarato che il documento redatto da Amnesty “scredita definitivamente la ribellione”. “Questo rapporto, ma soprattutto i crimini in esso descritti, demolisce definitivamente la credibilità dei ribelli. Come possono pretendere di assicurare la sicurezza e la protezione di beni e persone nonché la difesa del territorio?”, si è chiesto Toussaint.
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