Welfare

Costa 100mila euro il piano di accoglienza in Veneto

La stima è della Fondazione Leone Moressa che ha calcolato impatto demografico ed esborso monetario per l’afflusso di profughi nel territorio

di Redazione

Si traduce in un afflusso di quasi 2.500 stranieri nel territorio il criterio proposto dalla Regione Veneto di accogliere un profugo ogni duemila abitanti. Questo comporta una spesa di quasi 100mila euro al giorno, assicurata dal Governo, nell’ipotesi di un costo di 40 euro al giorno per vitto, alloggio e assistenza sanitaria per ciascun straniero accolto. Lo rivela uno studio elaborato dalla Fondazione Leone Moressa, che ha stimato per ciascun comune l’impatto demografico e l’esborso monetario del futuro afflusso di profughi nel territorio veneto.

Secondo i criteri stabiliti, le cinque maggiori provincie venete (Padova, Verona, Treviso, Vicenza e Venezia) accoglieranno ciascuno oltre 400 profughi con un costo che oscillerà tra i 17.178 euro al giorno di Venezia e i 18.555 euro al giorno di Padova. Rovigo e Belluno, dato il basso numero di residenti, potrebbero accogliere, rispettivamente, 124 e 107 stranieri con una spesa di mantenimento inferiore ai 5mila euro al giorno.

A livello comunale, Venezia, Verona e Padova sono le due aree in cui verranno accolti il maggior numero di profughi: 135, 132 e 106 rispettivamente. Questo significa che a Venezia il costo giornaliero si attesterebbe a circa 5.400 euro al giorno, nel capoluogo scaligero si tratterebbe di 5.300 euro e a Padova di 4.260 euro. Tra i primi 50 comuni per numero di accoglienze, Arzignano, Lonigo, Montecchio Maggiore e San Bonifacio sono quelli che mostrano la maggiore incidenza di residenti stranieri sul totale dei residenti (20,6%, 20,3%, 18,3%, 17,3%). In questi territori la spesa di mantenimento dei profughi che verrebbero accolti sarà, rispettivamente, di 516, 321, 477 e 405 euro al giorno.

«Il piano di accoglienza “diffuso” di 2.500 profughi ipotizzato dalla Regione Veneto», affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, «consiste nell’inserimento nel territorio di appena lo 0,05% della popolazione residente nel territorio veneto. Questo processo di accoglienza dovrebbe rientrare in un programma più ampio che ha visto ridurre drasticamente per l’Italia nel corso del 2010 il numero di domande di asilo accolte. Secondo l’ultima indagine dell’Unhcr appena il 2% delle domande mondiali di asilo sono state accolte dal nostro Paese classificandosi al 14° posto per destinazione tra i 44 paesi industrializzati. Il flusso migratorio si inserisce in un momento di particolare stress per il mercato del lavoro straniero già colpito duramente dalla crisi e che dal 2008 ha lasciato senza lavoro 100mila immigrati in più. Lo stato di disoccupazione prolungato rischia di far cadere gli stranieri nell’irregolarità, poiché il lavoro è la condizione necessaria per il regolare soggiorno in Italia».

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