Volontariato
Così va il mondo…
Siamo quasi sei miliardi, ma non tutti viviamo allo stesso modo: tre su dieci sopravvivono con un dollaro al giorno. E la popolazione della Terra invecchia
Un altro anno è passato. E come a ogni fine di anno, compaiono statistiche e tabelle sull?andamento della vita sulla Terra, per rispondere alla domanda fondamentale: «Come sta il mondo?». È vero, i numeri da soli non dicono molto. Però, come ogni buon termometro, anche le cifre redatte negli ultimi giorni da Unicef, Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Undp (agenzia Onu per lo sviluppo) e da altre organizzazioni mondiali, possono dare un?idea del polso del nostro caro, e unico, pianeta.
In base ai calcoli più recenti, la popolazione mondiale avrebbe raggiunto a metà dicembre la cifra di 5.944.741.467 di persone, con un aumento di circa 230 milioni rispetto al 1995; a quella data la popolazione al di sotto dei 20 anni rappresentava circa il 40%, mentre gli ?over 65? erano circa il 7%. Secondo le proiezioni dell?Oms, nel 2025 la popolazione mondiale raggiungerà la cifra di 8.294.341.000; con una suddivisione in classi d?età molto più omogenea, che vede i giovani sotto i 20 anni decrescere a circa il 32%, mentre gli anziani arrivare al 15%. La mortalità infantile sotto i cinque anni (nel ?95 era attorno al 22% dei 51.882.000 decessi) scenderà a circa l?8/9% del totale delle morti (previste 65.070.000).
Malgrado gli sforzi ogni anno compiuti dalle associazioni e dalle agenzie umanitarie, il ?distacco? tra Nord e Sud del mondo rimane profondo. Nei 35 Paesi più poveri del mondo, tra il 30 e il 50% della popolazione non ha accesso ai servizi sanitari; più di 1,1 miliardi di persone non ha accesso all?acqua potabile, 2,9 miliardi ad adeguati servizi sanitari. A livello mondiale, circa il 30% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà (cioé vive con meno di un dollaro al giorno); in base al ?poverty clock? dell?Undp (un contatore virtuale, reperibile in Internet fino all?autunno scorso), tra marzo ?96 e settembre ?97 sono scese sotto questa soglia circa 42 milioni di persone. La percentuale di distribuzione del reddito, a livello mondiale tra il 1990/96, vede il 42% delle quote essere destinato al 20% che rappresenta coloro che hanno il reddito più alto; solo il 18% del totale va invece al 40% di quelle persone nel mondo che hanno il reddito più basso.
In base all?Indice di Sviluppo Umano 1997, stilato tramite calcoli incrociati sugli indicatori della qualità della vita (reddito, speranza di vita, tasso di alfabetizzazione) e messo ?in linea? in questi giorni dall?Undp, il Paese più sviluppato risulta essere il Canada (che ha scalzato il Lussemburgo, primo nel 1994, dopo aver guadagnato 7 posizioni); l?ultima piazza (la numero 175) è stata lasciata dal Ruanda, ?a favore? dello stato africano di Sierra Leone. L?Italia si colloca al 21° posto, dopo averne persi quattro negli ultimi tre anni.
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