Non profit

Così si fa cassa sulla pelle dei più deboli

Una situazione drammatica denunciata da un invalido civile.

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, sono Maurizio ,di anni 44, residente in un paese della provincia di Venezia: scrivo a voi in quanto ormai privo di speranze e stufo di lottare in quanto ho bussato varie porte e a tutt?oggi mi trovo in una situazione a dir poco di disperazione. Sono un invalido civile e invalido del lavoro,non percepisco pensione in quanto l?invalidità civile è del 50%; regolarmente iscritto alle liste appartenenti alle categorie protette ma a tutt?oggi privo di lavoro poiché qui nel Veneto gli uffici preposti non funzionano ma nemmeno vi è volontà da parte degli organi istituzionali al controllo né da parte anche delle associazioni a tutela dei disabili un minimo cenno di voler intervenire anche a livello politico. Ho a carico due figlie, la coniuge ha 40 anni e si trova in carrozzina affetta da sclerosi multipla e campiamo con 400 euro al mese della pensione di invalidità. Chissà forse arriverà l?assegno dell?accompagnamento ma un anno è già passato, intanto i servizi sociali contribuiscono con 214 euro per l?affitto, la situazione ora si è anche aggravata dalla vendita all?asta dell?abitazione in cui risiedo da 21 anni, di proprietà dell?Inail il quale grazie alle dimissioni immobiliari volute dall?attuale governo per recuperare liquidità non ha certamente salvaguardato le fasce sociali più deboli. Cara redazione, aiutatemi a sensibilizzare l?opinione pubblica augurandomi che vi sia qualche istituzione che si faccia carico del problema in una società ormai priva di valori morali e umani, per non citare istituzioni che gran parlano di leggi di salvaguardia e alla fine la disperazione propria rimane.Vi ringrazio per quello che riuscirete a fare. Maurizio Biasutti, Spinea – Venezia Caro Maurizio, la sua lettera ci aiuta a capire concretamente cosa significhi la crisi del Welfare, il taglio alla spesa sociale, la diminuzione dei trasferimenti dello Stato a Regioni e Comuni. Significa, semplicemente, che a pagare sono i più deboli. A chi solleva, come noi facciamo ogni settimana, questo allarme, si prova a rispondere con un falso ritornello: «Non ci sono soldi». Non è vero, perché i soldi si spendono in grande quantità per i decoder del digitale, per cementificare l?Italia, per le spa che ormai affiancano ogni ministero, per le consulenze d?oro, ecc, ecc. è scandaloso considerare la gerarchia dei capitoli di spesa del nostro governo. Maurizio, non si stanchi mai di lottare per la propria dignità e per i propri diritti, insieme ai tanti che levano la loro voce.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA