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Così non va,la legge è da rifare

L'associazionismo boccia l'iniziativa di Berlinguer e chiede che la formazione entri nella riforma dei cicli scolastici

di Daniela Romanello

Fatta la legge, il caos è assicurato. Anche per l?innalzamento dell?età dell?obbligo scolastico si è ripetuto il copione che caratterizza le novità legislative in Italia: annunci ad effetto senza considerare la messa in pratica di quanto deciso. Questo il quadro di incertezze che siamo riusciti a delineare il 25 gennaio, data di scadenza per le iscrizioni alle scuole superiori da parte di chi frequenta la terza media. Da una parte, dalla Rai continua ad essere messo in onda il comunicato della Presidenza del consiglio che riporta questa data, dall?altra si vocifera dell?intenzione di di prorogare il termine di qualche settimana; i centri di formazione dicono: «il ministro ci ha assicurato che per quest?anno tutto rimarrà come prima», ma dai provveditorati vengono inviate ai presidi delle scuole medie comunicazioni di avviso totalmente contrario. E in questo balletto di rimpalli di responsabilità e di indecisioni, chi ci rimette sono gli studenti e i genitori. Non è un caso che una delle prime, dure prese di posizione contro questo modo di legiferare è venuta dall?Agesc, l?associazione che raduna i genitori delle scuole cattoliche. «Siamo di fronte ad un?ennesima ingiustizia legislativa», dicono i genitori dell?associazione. «Non esiste in nessun Paese europeo una legge che preveda l?obbligo scolastico senza dire cosa si debba fare in questo anno aggiuntivo. Un risulato comunque è certo: il tasso di disoccupazione si ridurrà d?incanto iniziando la conta da 15 anni anziché da 14. E così si abbasserà d?incanto anche il tasso di disoccupazione. Sarebbe da ridere se tutto ciò non gravasse tragicamente sulle spalle dei figli di questo Paese». Chi spera, e lavora, per un aggiustamento di quanto frettolosamente deciso è Luigi Bobba, presidente delle Acli impegnate nella formazione attraverso l?Enaip: «Il ministro deve fare il decreto attuativo, che non è ancora pronto, e non potrà fare a meno di tenere conto dell?ordine del giorno, approvato dal Senato, in cui si afferma che l?obbligo scolastico si possa assolvere anche con sperimentazioni attuate nei centri di formazione professionale accreditati. Questa frase c?è ed è questo che conta e con il quale bisogna tutti debbono fare i conti. Se questo deve essere un anno di orientamento, uno deve poter sperimentare anche il percorso formativo». «Quello che bisogna ottenere adesso», continua Bobba, «è di far slittare al Duemila l?intera riforma per potere, attraverso il riordino dei cicli scolastici (materia che è ancora in discussione) e l?introduzione dell?obbligo formativo fino ai diciotto anni, realizzare un vero incrocio tra istruzione e formazione. Bassolino a questo proposito ha mostrato di capire». Politici in ordine sparso? L?Agesc se la prende con i politici cattolici nella maggioranza e nell?opposizione accusandoli di distrazioni colpevoli. Ma Valentina Aprea, responsabile nazionale del Settore scuola di Forza Italia non ci sta: «Noi abbiamo fatto ostruzionismo ad oltranza per bloccare la legge così com?è stata votata, una legge che limita la libertà di scelta delle famiglie e mette in difficoltà tutti e che porterà, come primo risultato, a un aumento incontrollato della dispersione scolastica. Invece di annullarlo», conclude la forzista Aprea, «bisogna rilanciare il doppio canale scuola/formazione qualificando senz?altro maggiormente la formazione di primo livello, ma assicurandole pari dignità con l?istruzione scolastica». Staremo a vedere. Il quattordicenne invisibile Ragazzi che non si iscrivono alla prima superiore:30.000 Ragazzi che non arrivano alla fine del primo anno:41.000 Ragazzi bocciati il primo anno e che non si reiscrivono:48. 000 Totale dispersione scolastica:119.000


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