Famiglia

Così li aiutiamo a superare il trauma

Gli interventi di Save the children e Telefono Azzurro

di Emanuela Citterio

Evitare che i bambini stiano davanti alla televisione: continuare a vedere immagini del disastro non aiuta a superare il trauma. È il primo dei dieci consigli di Save the children, organizzazione internazionale che ha anche una sede in Italia e che in queste ore si sta mobilitando per l’assistenza psicologica ai bambini nel campo sfollati di Bazzano, 15 chilometri ad est dell’Aquila. «Qui c’è un grande bisogno di assistenza specifica nei confronti dei bambini» dice al telefono Filippo Ungaro, in Abruzzo per coordinare gli interventi e valutare le necessità sul campo. «I bambini hanno subito grossi traumi. Sono scappati in piena notte, hanno perso i loro giochi, tutto il loro mondo e la normalità della loro vita quotidiana. Sono impauriti per le scosse che qui continuano a susseguirsi durante il giorno e soprattutto di notte». Le priorità, secondo Ungaro, sono anche ti tipo logistico: «I campi sono stati allestiti con rapidità ed efficienza dalla Protezione civile, ma in questa fase di emergenza non sono stati previsti degli spazi specifici per i bambini, che invece sono importanti: c’è bisogno di un’area di ricreazione dove possano giocare e rielaborare con i coetanei quanto accade. I bagni chimici sono comuni. Mancano le cose più necessarie come gli asciugamani, i vestiti, il pigiamino per la notte». D’accordo con la Protezione civile, Save the children sta allestendo un’area ricreativa per i bambini a Bazzano e punta a realizzare almeno altre tre aree di questo tipo nei campi tendati: «Siccome siamo parte di una rete internazionale ci siamo mossi subito facendo appello alle altre sedi di Save the children nel mondo, stiamo già ricevendo aiuti sia in termini di fondi che di risorse umane».
Telefono Azzurro ha formato una task force operativa che sta intervenendo in Abruzzo a supporto delle autorità e della Protezione civile: sette operatori esperti nell’intervento in emergenza (come quelli che gestiscono il 114 Emergenza Infanzia) e nella gestione di eventi traumatici di comunità sono a L’Aquila, insieme a dieci volontari. «Stiamo prevedendo una serie di attività di sostegno nei confronti dei bambini sia nell’immediato che a lungo termine» dice a Vita.it Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. «Quello che stiamo applicando è un percorso già sperimentato all’estero di cura della salute mentale dei bambini. Ci stiamo avvalendo della consulenza di nostri patner americani e israeliani, in particolare del Child Study Center dell’Università di Yale e del Cohen Harris Center for Trauma and Disaster Intervention israeliano, ma ci basiamo anche sulla nostra precedente esperienza in Molise, dove per due anni siamo andati avanti a collaborare con gli enti locali, le scuole e le Asl». I disturbi legati a questo tipo di traumi, avverte Caffo, hanno uno sviluppo nel tempo che richiede sostegno nei mesi e anni successivi. «Come abbiamo fatto in Molise, costruiremo una forte alleanza con la scuola» spiega il presidente di Telefono Azzurro «a L’Aquila verosimilmente sarà difficile che l’anno scolastico possa proseguire, ma è importante che i bambini si ritrovino con i propri compagni di classe e con gli insegnanti per rielaborare quanto successo, bisogna quindi pensare a forme alternative di aggregazione. Il prossimo anno scolastico sarà decisivo, per questo ci stiamo organizzando con gli isituti scolastici e gli enti locali per costruire insieme percorsi formativi».

Ascolta il file audio dell’intervista a Laura Laghi, psicologa di Save the children da lunedì in Abruzzo per assistere i bambini.


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