Fundraising

Così le raccolte fondi finiscono all’asta

Con la tecnologia Memorabid now è possibile realizzare aste live durante i propri eventi benefici. Un modo per rendere interattivo ed efficace il fundraising. Ecco come funziona

di Veronica Rossi

Alberto Zaccheti Ciriani con in mano un pallone da calcio, sullo sfondo la scritta "Memorabid" in alto e sotto magliette di calciatori appese

Il Terzo settore ha a disposizione una nuova piattaforma per raccogliere fondi e sostenere la propria attività. Si tratta di Memorabid now, tecnologia per gestire eventi con aste live, realizzata dalla casa d’aste online Memorabid, specializzata in cimeli e memorabilia sportivi.

«Si tratta di un progetto legato ai momenti di ritrovo, alle cene di gala e agli incontri», spiega Alberto Zacchetti Ceriani, fondatore di Memorabid, «per far sì che durante l’evento si possa fare una silent auction (un’asta in cui le offerte si fanno solitamente tramite device elettronici e non tramite alzata di mano o a voce, ndr) in maniera interattiva, promuovendo lotti diversi, perché provenienti da più aziende, come spesso accade nelle aste degli enti del Terzo settore».

Il funzionamento di questo strumento è modulabile e molto interattivo. «Mettiamo che un’organizzazione debba fare un’asta», continua Zacchetti Ceriani. «Quello che fa Memorabid Now è realizzare una tecnologia di silent auction che coinvolge prima di tutto l’utente online, che partecipa dal nostro sito web. Per esempio, mettiamo che ci siano 30 lotti diversi, messi a disposizione da vari utenti; questi vengono caricati una decina di giorni prima dell’evento per una pre-asta. Il vincitore si aggiudica il diritto di partecipare all’evento in presenza, competendo con gli ospiti per gli oggetti in vendita».

L’asta può essere annunciata da un presentatore, che mostra i tabelloni coi lotti, rendendola un momento di intrattenimento attivo. Può anche essere, però, che non si voglia focalizzare l’attenzione sulla raccolta fondi: in questo caso è possibile semplicemente avere degli schermi e dare la possibilità a qualsiasi ospite di partecipare col proprio smartphone, che basta avvicinare a un Qr code apposito. «Ogni oggetto viene presentato attraverso immagini a 360 gradi», spiega il fondatore di Memorabid, «così da poterlo vedere a tutto tondo sia sugli smartphone sia sui tabelloni in presenza. Quando i partecipanti fanno le puntate c’è un pop up che illumina gli schermi in tempo reale; si può competere sia mostrando il nome sia rimanendo anonimi».

Talvolta durante le serate benefiche c’è anche chi vuole contribuire con una donazione, senza acquistare alcun oggetto: ogni persona, può anche donare un importo a sua discrezione, senza nessun tipo di trattenuta da parte di Memorabid.

«Il nostro è un progetto di responsabilità sociale d’impresa», chiosa Zacchetti Ceriani, «noi non vogliamo essere solo un veicolo per ottimizzare la raccolta fondi degli enti non profit, vogliamo dare il nostro contributo alle cause che decidiamo di supportare con l’utilizzo di questa tecnologia. Tutto ciò che chiediamo è semplicemente una fee per il costo del servizio, inclusa l’assistenza del personale durante l’evento, che va dai 1.500 euro ai 2.500 euro, a seconda della distanza dalla nostra sede a Milano e della quantità di ospiti dell’evento. Non abbiamo una percentuale di guadagno sul ricavato: questo permette all’ente non profit di ottimizzare i propri lotti, soprattutto se hanno un alto valore economico». L’incasso realizzato viene trasferito entro 48 ore all’ente, decurtato solamente delle commissioni di pagamento; in questo modo i partecipanti possono pagare anche con carta di credito e Paypal. Agli eventi, spesso, Memorabid mette infatti a disposizione un pos, in modo che gli ospiti riescano ad acquistare gli oggetti sul momento. «Alla cena di gala che abbiamo fatto per gli Insuperabili (scuola di calcio per ragazzi disabili, ndr) con Giorgio Chiellini chi ha acquistato ha potuto pagare già al termine dell’evento», conclude Zacchetti Ceriani. «In questo modo chi ha comprato un cimelio ha potuto non solo portarsi l’oggetto a casa la sera stessa, ma farselo anche autografare dal calciatore facendo magari una foto con lui».

Foto in apertura fornita da Memorabid

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