Famiglia

Così la pedofilia si muove sul web. L’orco si chiama Bill

Un intermediario finanziario senza sede precisa. E senza scrupoli. Decine di siti che possono vendere immagini pornografiche di bambini, senza rischiare nulla.

di Paolo Manzo

Isole Vergini e Mosca. Difficile trovare località più distanti. Ma qualcosa in comune ce l?hanno, eccome. Le Virgin Islands sono un paradiso fiscale in cui hanno sede molti intermediari finanziari che, via Internet, vendono qualsiasi prodotto. Uno di questi si chiama BillCards, alias, sino a qualche mese fa, SunBill con sede a Mosca. Anzi pare che BillCards si sia spostato anche dalle Virgin Islands e dove abbia ora la sede è un mistero: la facilità con cui sposta baracca e burattini è impressionante. Ma cosa commercializza BillCards? De facto quasi solo materiale pedofilo. Basta digitare su qualsiasi motore di ricerca i nomi incrociati di BillCards e, per esempio, Lolita, per trovarsi davanti una schermata con centinaia di siti pedofili. Il suo sito (www.billcards.com) sembra però quello di un intermediario finanziario al di sopra di ogni sospetto. Ma non sono al di sopra di ogni sospetto le percentuali che BillCards trattiene su ogni transazione: oltre il 40% in commissioni. Cioè l?utente compra con carte di credito, ma al venditore va solo una parte dell?incasso. Il resto si ferma nella rete di BillCards. Perché? Proviamo a rifare un po? di storia. Nel gennaio 2001, Telepadania inizia un?inchiesta sul traffico di materiale pedofilo via Internet. L?emittente scopre che è possibile acquistare qualsiasi tipo di materiale tramite carte di credito Visa, Diners Club, Eurocard/Mastercard, Jcb, Union Card ed E-port. I responsabili, informati dal direttore di Telepadania, Max Parisi, del fatto che le loro carte di credito fossero usate per acquisti di materiale illegale, non rispondono, tranne Visa e Diners, che promettono di fare le opportune verifiche. Passati alcuni mesi, nel settembre 2001 la trasmissione Report di Rai3 riprende l?inchiesta di Telepadania: in otto mesi non è cambiato nulla e sui siti pedofili l?acquisto di materiali è sempre possibile. Sempre con le stesse carte di credito, e sempre tramite lo stesso intermediario finanziario: BillCards. Identica la giustificazione data da Visa e Diners: «Non è possibile verificare tutte le transazioni fatte dai clienti con carta di credito». Passo successivo della nostra indagine è stato quello di studiare nel dettaglio la responsabilità di BillCards. Se, infatti, le carte di credito menzionate (che hanno comunque fior di contratti commerciali con Billcards), hanno la scusante di non poter controllare ogni transazione, lo stesso non può dirsi di Billcards, il cui statuto sembra fatto ad hoc per chi voglia fare soldi con traffici non cristallini. Sul sito www.billcards.com si legge infatti che non è necessario nessun contratto scritto per chi faccia pagare un prezzo compreso tra i 4,95 e i 59,95 dollari Usa. Naturalmente tutti i webmaster (cioè i gestori dei siti) che commercializzano via BillCards materiale pedofilo fanno pagare importi inferiori ai 59,95 e superiori ai 4,95 dollari. E possono muoversi senza lasciare tracce, come scrive lo stesso BillCards sul sito, nello spazio dedicato alle istruzioni per i potenziali utenti, ossia i webmaster, tra cui quelli che vogliono commercializzare materiale pedofilo. Alla domanda: «Ho bisogno di un accordo commerciale scritto con qualche server?», la risposta è chiara: «No, tutto quello di cui avete bisogno è di un sito web e un po? di voglia di far soldi». L?assenza di accordi scritti rende tutto molto fluido. Ma com?è possibile diventare webmaster di BillCards? Facilissimo, e non si firma nulla. Tutto avviene con una registrazione online, in cui eventuali dati falsi passano senza problemi. Abbiamo provato a diventarlo noi con i seguenti dati: nome, Pippo; cognome, Peppo; login, Pippero; città Panino; Paese, Isole Cayman. Nessun problema, adesso siamo il webmaster numero 17.338. Controlli, zero. I pagamenti ai webmaster avvengono tramite assegni da 100 dollari inviati all?indirizzo che il webmaster stesso comunica di volta in volta via email, oppure con bonifici su conti bancari non nominali (quasi sempre in Svizzera). E quanto incassa di commissione sulle transazioni la BillCards? È questa la risposta chiave. Il webmaster che vende un prodotto a 50 dollari, con questo sistema anonimo e quasi irrintracciabile incassa solo 29,75 dollari. È chiaro che chi vende prodotti leciti non sceglierà mai di pagare commissioni del 40,5%! Nonostante tutto, le condizioni del contratto online che la BillCards inserisce al punto 7, chiarisce che «i siti di chi si iscrive al sistema non devono pubblicare, promuovere né mostrare immagini o video pedofili». Così facendo, ex lege, BillCards scarica la responsabilità sui pesci piccoli, i webmaster che commercializzano materiale pedopornografico proprio grazie alla stessa BillCards. Che sa, fingendo di non sapere. I webmaster, da parte loro, adottano un inghippo legale spacciando il materiale pedofilo come ?nudi artistici?. Ma se uno entra si trova di fronte uno spettacolo che è a dir poco osceno. Le richieste via email alla dirigenza Billcards per ottenere chiarimenti su questo business, che fattura milioni di dollari, sono rimaste senza risposta. E intanto, gli stessi siti che da mesi, con il sistema Billcards, commercializzano materiale pedopornografico, sono ancora online. Sapete quale è il colmo? Nel gennaio 2002, navigando in Internet, scopriamo che i webmaster di BillCards, forse per farsi belli di fronte a un?opinione pubblica che comincia a subodorare lo scandalo (si veda il sito americano Redherring), hanno iniziato a fare donazioni a favore di un ospedale pediatrico moscovita, pubblicizzate anche sul sito di una onlus italiana. Il dettaglio delle donazioni dei ?benefattori? di BillCards all?ospedale russo è ingente. Il presidente della onlus (di cui non citiamo il nome essendo certi della sua buona fede) è stato da noi infomato del ?pericolo? di pubblicizzare webmaster che fanno della pedofilia il proprio business. Non sarebbe meglio, nel dubbio, togliere spazio a criminali travestiti da benefattori o da intermediari finanziari? Info: www.telarcobaleno.com www.redherring.com/insider/2002/0118/1249.html


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