Cultura

Così la globalizzazione ha cambiato le guerre

Africa. Un saggio storiografico nato nel mondo delle ong

di Joshua Massarenti

La guerra in Africa? Il tema è più attuale di quanto possa sembrare. Perché se è vero che in questi ultimi anni la stampa internazionale ha messo in rilievo la rinascita politica ed economica di un continente noto per i suoi paurosi sbandamenti, c?è chi invece ricorda che il ritorno dell?Africa sulle piazze che contano (vedi le voci ?finanza? e ?investimenti?) non è affatto scontato. Alberto Sciortino lo fa senza dirlo in maniera esplicita. L?Africa in guerra. I conflitti africani e la globalizzazione offre spunti di riflessione interessanti, e non solo sul tema portante del libro. Per prima cosa colpisce il fatto che ad avventurarsi su un terreno tanto ?minato? non sia uno storico o un sociologo, bensì una figura di lungo corso delle ong italiane.

Il lettore si aspetterebbe una lunga sequenza di esperienze di terreno raccontate in prima persona. E invece no. Sciortino trova il coraggio di analizzare le guerre africane sul piano storiografico. L?Africa non è stata mai risparmiata dalle guerre, ma cambiare il quadro bellico ?tradizionale? è stato un susseguirsi di trasformazioni epocali che nell?era della globalizzazione contemporanea ha visto imporsi un sistema economico di guerra dotato di propri settori specifici come il traffico di minerali, di gomma, di diamanti o di legname. Ne conosciamo i protagonisti: leader politici scaltri, ribelli senza scrupoli, trafficanti d?armi e una miriade di intermediari (dal piccolo burocrate al capo villaggio) diventati complici di un processo di accumulazione monetaria divoratrice di risorse naturali e di esseri umani.

Nella carrellata proposta da Sciortino, il Nord Uganda riassume l?impatto della violenza: in Africa bastano poche armi e un piccolo esercito di soldati ben agguerriti per minare la coesione sociale. Peccato che l?autore non sia riuscito nell?intento di aggiornare appieno il lettore: alla luce dei recenti progressi democratici registrati qua e là, Sciortino avrebbe potuto spendere qualche parola in più sul pericolo rappresentato dalla Cina per il futuro del continente. Il caso del Darfur appare come una sintesi perfetta di cosa attende i Paesi africani se i loro governanti non stanno attenti a difendere un bene vitale per fare il tanto atteso salto di qualità: la democrazia.

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