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Così l’Acri ha messo ko Tremonti. Brindisi in fondazione

Il doppio verdetto, nel giro di due giorni, è di quelli che lasciano il segno. E ora Palazzo Chigi cerca il dialogo...

di Francesco Maggio

Una nuova, schiacciante vittoria. Ormai il linguaggio sportivo è quello più consono a descrivere i risultati della partita che, da più di un anno, si sta giocando tra Tesoro e fondazioni di origine bancaria. Una partita dura, aspra, senza esclusione di colpi. E che anche questa volta ha visto prevalere le seconde in modo incondizionato. Schiacciante, appunto. Su un duplice fronte. Il Tar del Lazio, infatti, la scorsa settimana ha annullato la circolare diramata dal ministero dell?Economia il 23 ottobre 2002 con la quale fissava una serie di paletti sugli importi che possono essere stanziati senza autorizzazione dell?Autorità di vigilanza. Bocciatura per vizio di forma, il verdetto. Inoltre, il Tar ha reso note le motivazioni con le quali a dicembre aveva accolto l?eccezione di incostituzionalità della Riforma Tremonti (art. 11 della legge 448/2001): “Le fondazioni possono darsi un proprio statuto”, ha sottolineato l?organo amministrativo, “la legge ben può conformare l?esercizio di tale potere, ma non può spingersi a comprimerlo fino ad annullarlo”. La seconda vittoria è arrivata qualche giorno dopo. Stavolta per mano del Consiglio di Stato, il quale ha chiesto al Tesoro di apportare profonde modifiche a quella parte della riforma concernente il regolamento sulle Sgr cui le fondazioni possono conferire le partecipazioni di controllo nelle banche in cambio della possibilità di ?attenuare? il vincolo triennale per la vendita. Particolarmente significativi due rilievi. Il primo, a proposito del conferimento delle azioni: “La riforma è volta a procastinare nel tempo la dismissione delle partecipazioni bancarie con l?affidamento a soggetti autonomi e non, al contrario, a farle dismettere già al momento del loro affidamento”. Il secondo, sul divieto agli enti di fornire indicazioni alle Sgr, tranne che nel caso delle deliberazioni dell?assemblea straordinaria della società bancaria conferitaria: “Questa possibilità”, contestano i magistrati, “non implica affatto l?astensione da dare suggerimenti agli amministratori della Sgr anche in materia di gestione, cioè, per esempio, quando all?ordine dell?assemblea ordinaria ci sia il bilancio o la nomina di nuovi amministratori”. A distanza di oltre un anno, quindi, la riforma fortissimamente voluta in via XX settembre viene smontata pezzo per pezzo, a colpi di sentenze. L?Acri ne esce sempre più rafforzata, ottiene un?importante adesione come quella della Fondazione Cariroma e si vede riconosciuto dal Tar il ruolo di interlocutore privilegiato del ministero. E, finalmente, si cominciano a cogliere segnali di ?distensione? anche dai piani alti di Palazzo Chigi (si dice che Berlusconi vorrebbe incontrare Guzzetti). Che il sano buon senso?


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