Politica
Così il partito democratico sarà popolare
Il dopo voto. Cosa insegna il successo dei / La rinascita di un diffuso sentire politico ha bisogno della partecipazione di tutte le forze migliori della società civile
L?Unione ha superato con successo la prima prova elettorale; ora si è fatta maggiormente concreta la convinzione che questo governo potrà durare per tutta la legislatura.
Il risultato elettorale delle amministrative è una sconfitta soprattutto per Berlusconi che non si può consolare con il risultato di Milano. Questo dovrebbe indurre l?opposizione a cambiare strategia, ormai è chiaro che non si possono più produrre spallate.
Gli elettori hanno, nei fatti, dimostrato una forte propensione alla governabilità. L?alto numero di astensioni va inserito in questa tendenza; in pratica i cittadini chiedono che la politica faccia il suo mestiere e che non si trasformi ogni consultazione elettorale in una prova di forza.
Ora si deve aprire una nuova stagione politica nella quale il tema centrale deve essere quello della governabilità. Un problema che non riguarda solo la maggioranza, che sicuramente ha maggiori responsabilità, ma coinvolge la stessa opposizione che, lo stesso, deve dimostrare d?essere forza di governo. La maggioranza ha l?obbligo di governare e di affrontare con determinazione la situazione economica che appare alquanto compromessa con politiche rigorose, innovative e ispirate al principio di equità. La minoranza ha il dovere di stimolare il governo e di fare un?opposizione qualificata, centrata su problemi e su una chiara iniziativa politica .
Solo così ci si può avviare verso quella democrazia dell?alternanza di cui il paese ha estrema necessità.
Perché l?alternanza diventi il criterio di una democrazia compiuta e normale è però necessario che s?apra un nuovo processo politico che porti ad una semplificazione degli schieramenti, e li liberi dai condizionamenti delle forze minori.
La prospettiva del Partito democratico per quanto riguarda il centrosinistra, e del Partito della Casa delle libertà per il centrodestra, è ormai da ritenersi inevitabile. Ma, come tutti i processi politici, richiedono la messa in campo di percorsi democratici nella costruzione e la partecipazione alla determinazione dei nuovi soggetti politici. Il territorio in tutte le sue articolazioni e le diverse culture politiche devono essere i protagonisti essenziali di questo processo, che per essere realmente innovativo non può essere assunto in esclusiva dalle attuali dirigenze nazionali.
La politica deve tornare ad essere una questione e un interesse popolare e non patrimonio esclusivo delle élite. Da qui potrebbe nascere quella rifondazione della politica capace di determinare un nuovo spirito civico e, pertanto, più elevati livelli di moralità pubblica.
La rinascita di un diffuso sentire politico ha bisogno che, nel contempo, si rafforzino tutte quelle dimensioni che, con eccessiva semplificazione, definiamo prepolitico o società civile, ma che preferirei definire di diversa politicità.
Mi riferisco alle forze della rappresentanza degli interessi (sindacati e organizzazioni imprenditoriali) e dell?associazionismo sociale e culturale, che oggi sono chiamate a contribuire a un rinnovamento del politico, non attraverso un rapporto di amicizia, surrettizio o di sostegno con gli schieramenti o con il governo, ma attraverso l?espressione più piena e compiuta dei valori, dei bisogni e delle speranze delle persone che associano.
Sono chiamate, in pratica, a giocare fino in fondo la loro autonoma soggettività politica per contribuire anche attraverso la dialettica al rinnovamento sociale, economico e morale del nostro paese.
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