Politica

Così il confronto Forum-Governo sulla Riforma del Terzo settore

Presentato il documento del Forum sulle linee Guida per la Riforma del Terzo settore. Tanti i consensi al documento del Governo e tante le aspettative. Da segnalare lo “show” del ministro Giulio Poletti che com'è sua abitudine non le manda a dire.

di Redazione

Ieri mattina a Roma l’incontro promosso dal Forum Nazionale del Terzo Settore con l’Intergruppo parlamentare del Terzo Settore: “#lavoltabuona. La Riforma del Terzo Settore: partecipare per cambiare
Il Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri ha aperto i lavori presentanto il documento che è stato inviato al Governo: “Il Documento del Forum parte da una sostanziale condivisione del lavoro fatto a partire dalla valorizzazione del principio di sussidiarietà, dalla necessità di revisionare il Libro I titolo II del Codice Civile e riordinare tutta la materia, rilanciare il Servizio Civile come difesa della Patria; far decollare l’impresa sociale, stabilizzare il 5×1000, coordinare la disciplina civilistica, le singole leggi e la disciplina fiscale con la redazione di un Testo Unico del terzo settore, istituire una apposita Authority con finalità pubbliche indipendenti, con funzioni di promozione, indirizzo, studio e controllo, ridisegnare il rapporto con la PA, aumentare gli strumenti di trasparenza, incentivare le forme di promozione e sviluppo. Soprattutto quello che abbiamo apprezzato è la filosofia di fondo volta a ‘superare le vecchie dicotomie pubblico/privato e Stato/mercato e passare da un ordine civile bipolare a un assetto partecipato tripolare’.”

“Le Linee guida indicate dal Governo sono però sono anche molto complesse – prosegue il Portavoce – , per questo l’incontro di oggi è stato un primo confronto tra Governo, Parlamento e Forum, per ragionarne e discuterne insieme, seguendo il principio di metodo già segnalato dalle Linee guida, e cioè il confronto e la partecipazione, e cominciando da una corretta definizione di cosa è il terzo Settore, cosa fa, quali i risultati della sua azione, quale la sua identità. Auspichiamo poche regole semplici e chiare.”
 
Tanti gli interventi, dal Governo al Parlamento, a rappresentanti di Terzo Settore, concordi nel riconoscere in questa Riforma una svolta storica e un’occasione di crescita e valorizzazione del non profit come chiave per uno sviluppo economico diverso. Contributi che hanno arricchito la discussione esprimendo il loro apprezzamento anche per il Documento redatto dal Forum. Dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, alla Vicepresidente della Camera Marina Sereni, al Sottosegretario alle Politiche Sociali Luigi  Bobba, agli onorevoli Edoardo Patriarca e Paolo Beni che hanno partecipato alla tavola rotornda coordinata da Riccardo Bonacina; tutti hanno parlato di un percorso lungo che è oggi ancora in una prima fase, alla quale però non mancheranno ulteriori momenti di confronto.
 
Tra gli spunti contenuti nel Documento del Forum centrale è il tema della libertà di associazione; il riordino e la semplificazione della disciplina tributaria e fiscale nazionale con interventi come la  stabilizzazione del  5×1000, le agevolazioni e semplificazioni nell’accesso al credito , ma anche strumenti finanziari dedicati, la trasparenza. E’ necessario un nuovo modello organizzativo: quello della amministrazione condivisa, con la sussidiarietà elemento centrale di riforma della Pa, per costruire un nuovo patto di cittadinanza. Il terzo settore può anche giocare un ruolo decisivo come attore capace di suggerire modelli di economia civile che possano essere mutuati anche dalle realtà del profit, senza che avvenga il contrario.  
 
Per Barbieri il terzo settore deve diventare un soggetto attivo nel fare le sue richieste, e un valore aggiunto per il Paese. “Con un Terzo Settore più chiaro, semplice, consapevole, è possibile lanciare una proposta: l’adozione di un ‘Programma strategico per i beni comuni e beni collettivi’, un disegno per una politica dei beni comuni, del welfare, della salute, dell’ambiente, della cultura, dell’educazione, che coinvolga e mobiliti tutto il Terzo Settore italiano in uno sforzo, adeguatamente coordinato e sostenuto, per contribuire a rinsaldare e rilanciare il Paese”.

Da segnalare l'intervento show del ministro Giuliano Poletti che, come è sua abitudine non le manda a dire: “Ragazzi guardate che non si può rimanere parzialmente incinta. Giocate la sfida vera? Che è quella di essere protagonisti di un vero cambiamento, di una visione nuova del cambiamento che parte non dal Pil ma dall'educazione e dalla cittadinanza attiva e che mira a cambiare il modello di sviluppo. Se si vuol giocare la partita, però, bisogna mettersi le scarpette e scendere in campo a giocare, non si può stare a guardare dicendo, magari “sì però”. Non si può stare sugli spalti a guardare, per fischiare o applaudire. Guardate che se qualcuno pensa che questa riforma sia l'occasione per avere qualche ciliegia in più gli dico che ha sbagliato prospettiva. Anche perchè avete davanti un Governo che propone, ascolta ma poi decide”.

Insomma buona partita, siamo solo nei minuti iniziali. Far goal significa, ricordiamolo, cambiare.


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