Non profit

«Così il 26 dicembre ho risposto a Giulio, 14 anni, che aveva paura a stare con i genitori»

Anna, 30 anni, è un’operatrice che lavora in Telefono Azzurro da 4 anni e in questi giorni di festa è stata sulle linee, in ascolto. «Giulio, di 14 anni, il 26 dicembre ci ha contattati dicendo “non posso restare qui, vorrei andare a scuola piuttosto che dover restare a casa». Giulio raccontava della difficoltà di convivere con i propri familiari durante le vacanze di Natale. Come lui Elisa, Anna, Pietro e molti altri

di Sabina Pignataro

«Ogni volta che sono alla postazione durante i giorni di festa mi auguro di non ricevere chiamate, sarebbe bello infatti che le feste fossero un momento di raccoglimento in famiglia ma così non è. Le situazioni di disagio si acutizzano». A parlare è Anna, 30 anni, è un’operatrice che lavora in Telefono Azzurro da 4 anni e in questi giorni di festa è stata sulle linee, in ascolto.

«Giulio, di 14 anni, il 26 dicembre ci ha contattati dicendo “non posso restare qui, vorrei andare a scuola piuttosto che dover restare a casa». Giulio raccontava della difficoltà di convivere con i propri familiari durante le vacanze di Natale, “siamo tutti a casa ed è terribile, nelle famiglie dei miei amici non è così”, descrivendo un contesto connotato da continui litigi tra i genitori e da violenza agita nei confronti suoi e del fratello minore. “Potete portarmi in una comunità? Almeno fino a quando non si deve ritornare a scuola”».

E come Giulio c’è stata Rachele, che sentiva l’assordante assenza del padre, venuto a mancare nell’anno precedente. «Oppure Elisa, che ci ha detto che “la mamma durante le feste non riesce più a regolarsi, beve tantissimo ancor più di prima, io ho paura». Altre chiamate sono state ancora più pesanti.

Anna ha raccolto chiamate di maltrattamenti e abusi oppure ascoltato ragazzi con intenti suicidari. «Pietro mi ha detto “se non posso essere felice come gli altri ora, allora preferisco morire” e anche in questi giorni abbiamo dovuto coordinarci con le Forze dell’Ordine per intervenire in quelle più gravi».

Da professionista di Telefono Azzurro Anna sa cosa fare: «il mio compito -racconta- è quello di ricucire e riadattare procedure e operatività per gestire una quotidianità sempre differente». Ogni richiesta di ascolto e di aiuto è diversa, ogni storia è unica e collocata dentro un tempo e un contesto che richiede unicità. «Spesso mi risuonano quelle voci spaventate o forse, anche peggio, rassegnate, come se non ci fosse via d’uscita».

Gli operatori sono esperti e formati, in grado di comprendere la domanda di aiuto, approfondire il contesto di riferimento e valutare lo stato di benessere di chi ci contatta. Laddove è possibile, è importante coinvolgere gli adulti di riferimento nel percorso di aiuto. Altre volte si rende necessario un passaggio con la Rete del Servizi presenti sul territorio, al fine di attivare specifici interventi.

Anche se la responsabilità è altissima: «spesso dalla capacità di ascoltare di chi fa il mio lavoro dipende il futuro di un bambino o di un ragazzo – non potrei pensare di fare altro. In una società che va così veloce, dove il rumore soffoca le richieste di aiuto, dare un contributo di sostegno ripaga di tutte la fatica psicologica a cui noi operatori siamo sottoposti».

«spesso dalla capacità di ascoltare di chi fa il mio lavoro dipende il futuro di un bambino o di un ragazzo – non potrei pensare di fare altro. In una società che va così veloce, dove il rumore soffoca le richieste di aiuto, dare un contributo di sostegno ripaga di tutte la fatica psicologica a cui noi operatori siamo sottoposti».

Anna – Operatrice Telefono Azzurro

Le richieste di aiuto in emergenza e quelle di ascolto richiedono risposte sempre più tempestive e concrete. Gli operatori del Servizio 114 Emergenza Infanzia, promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia – Presidenza del Consiglio dei Ministri – e gestito da Telefono Azzurro, hanno gestito 2575 casi nel 2021, il 40% in più rispetto all’anno precedente.

Il Servizio 19696 (che offre ascolto attivo a bambini e ragazzi e spazi di consulenza per adulti che desiderano confrontarsi su situazioni che riguardano minori) ha rilevato un significativo aumento di richieste di aiuto relative all’area della salute mentale come autolesionismo, suicidio, vissuti depressivi, che nel 2021 ha rappresentato il 32,5% delle motivazioni principali dei contatti. Diverse richieste di aiuto riguardano anche situazioni che si verificano online, internet infatti è diventato un mondo ormai integrato nella vita quotidiana degli adolescenti.

«Pensiamo che ancor più in questi momenti dell’anno sia importante esserci, per mettere in gioco ascolto, supporto e competenze in una relazione di aiuto che sia uno spazio di sicurezza e accoglienza per Giulio, Rachele, Elisa, Pietro e chi come loro dovesse aver bisogno di “qualcuno”», conclude Anna.

Come contattare Telefono Azzurro

I servizi di Telefono Azzurro sono raggiungibili sia telefonicamente che tramite i canali digitali come chat e Whatsapp, spesso infatti i ragazzi contattano scrivendo, per paura di essere ascoltati.
Telefono Azzurro risponde 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana.

  • Chatta con gli operatori
  • Chiama la Linea di Ascolto 1.96.96, per bambini, adolescenti e adulti
  • Il 116000 è un numero unico europeo affidato in Italia al Ministero dell’Interno e gestito dal Telefono Azzurro, dedicato a chiunque voglia segnalare una situazione di scomparsa di un bambino o adolescente italiano o straniero.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.