Giovani

Così i “Coach di quartiere” attivano il welfare di comunità

In quattro anni il progetto si è allargato coinvolgendo associazioni, scuole, società sportive, fondazioni di comunità e singoli enti territoriali. Motore dell'iniziativa i giovani volontari che coinvolgono tantissimi bambini in tutta Italia. Oltre allo sport e al gioco il "Coach di quartiere" è un percorso sociale misurabile e scalabile

di Arianna Monticelli

Può lo sport attivare un sistema di welfare di comunità capace di diventare rigenerazione urbana e sociale di un quartiere?
La risposta è sì, se si guarda all’esperienza di “Coach di Quartiere” e ai progetti collegati, nati in tutta Italia. Attraverso l’attività sportiva gratuita nelle aree verdi, dai parchi ai giardini pubblici, e il coinvolgimento di bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni, delle loro famiglie e di coach volontari, dai 16 ai 25 anni, il progetto unisce sport, inclusione e cittadinanza attiva.

L’origine dei Coach di Quartiere

L’idea nasce nel 2020 su iniziativa di Claudio Massa, fondatore dell’agenzia educativa non profit “L’Orma ssd” ed è pensata per contrastare situazioni di fragilità economica, culturale e sociale. L’attuazione di quell’idea si deve invece al coinvolgimento di associazioni di volontariato, scuole, società sportive, fondazioni di comunità, enti di singoli territori.

Claudio Massa

Tutti diventano parte attiva di un cambiamento, che restituisce un nuovo volto a zone difficili e periferiche, considerate vulnerabili per carenza di servizi e condizioni socio-economiche dei residenti. Sport e gioco promuovono aggregazione, benessere e senso di comunità, riducono il disagio giovanile e restituiscono vitalità agli spazi pubblici, rendendoli più sicuri e vissuti.

I numeri

In quattro anni sono stati coinvolti 900 bambini, 650 famiglie, 350 coach di quartiere, per un totale di 900 ore di attività, con 40 scuole interessate e attività in 20 parchi in tutta Italia.
Da un lato, il progetto si rivolge ai bambini che, per varie ragioni, non hanno accesso allo sport di base, offrendo opportunità per fare movimento e alle famiglie un aiuto concreto nella gestione di tempo e risorse economiche. Dall’altro, il progetto forma giovani volontari, accompagnandoli in un percorso di orientamento individuale e sociale. 

Il Coach di Quartiere è l’anima del progetto, il motore sul territorio, colui che vive a stretto contatto con i bambini e anima i parchi. Sono studenti di scuola superiore, universitari, atleti di società sportive ma anche Neet; sono guidati dal “playmaker”, coordinatore sportivo di Terzo settore che, con un termine mutuato dal basket, svolge un ruolo di regia delle azioni in campo. 

Dove sono attivi i Coach di Quartiere

A oggi “Coach di Quartiere”, grazie a Fondazione Dalmine, Fondazione Comunitaria della provincia di Lodi onlus, Fondazione della Comunità Bergamasca, Fondazione di Comunità Milano, è stato attivato a Bergamo, Dalmine, Lodi, Milano Municipio 7 e 8, Parabiago e Legnano; a Modena il percorso è appena partito. Pesaro, Cagliari e Roma sono in fase di attivazione.

Il debutto è stato nel 2020 a Dalmine (Bg), con tre ragazzi volontari, Arianna, Thomas e Francesco. In tre anni i coach sono diventati 35, con 200 bambini coinvolti. «Ogni settimana i nostri parchi prendono vita, tra staffette e partite. I bambini giocano, ridono, magari piangono per essersi sbucciati un ginocchio o si arrabbiano per non essere riusciti a vincere il gioco. Fa tutto parte dell’attività sportiva, che ci aiuta a crescere e credere di più in noi stessi. Una lacrima viene asciugata da un amico o un coach, rabbia o tristezza vengono affrontate insieme. Dopo poche settimane di attività, si forma una comunità all’interno della comunità» raccontano i coach.
A Bergamo città, i coach sono arrivati nel 2023, nei quartieri Colognola e Grumello al Piano, con il coinvolgimento di 50 bambini. Nel 2024 il progetto ha interessato il quartiere Loreto e qui la necessità di maggiore integrazione ha guidato le attività.

Un percorso di crescita personale

«Desideriamo promuovere un approccio in cui il Coach di Quartiere possa rappresentare un percorso continuo per bambini e ragazzi dai 6 ai 25 anni» dichiara il fondatore Claudio Massa. «Nel lungo periodo ci aspettiamo che i bambini vorranno fare i coach volontari e che alcuni dei volontari si candideranno per diventare playmaker, in un percorso di crescita personale e di educazione civica. Ci auguriamo che sempre più aziende e fondazioni colgano il valore del progetto. Per questo, l’evoluzione per poter replicare il modello, è un vero “franchising sociale”, con l’interessamento attivo di aziende private, enti non profit, amministrazioni pubbliche, fondazioni filantropiche, associazioni e società sportive, che diventano titolari di una licenza territoriale. Perché questo progetto non è de “L’Orma” ma della comunità».

Dario Conca coordinatore playmaker
Attività in un parco di Milano

A Milano dal 2023

A Milano, il Comune, attraverso Crowfunding civico e Opes Lombardia, ha sostenuto la prima edizione nel 2023. Tra i partner Fondazione Mazzola e Fondazione SportCity.
In due parchi del Municipio 7, a Baggio e in piazza Axum, sono state proposte attività sportive per favorire inclusione, socialità e alleviare le difficoltà di molte famiglie, che faticano a gestire le attività extrascolastiche dei figli. Trenta i volontari giovani coinvolti.
Nel 2024 il progetto si è esteso al Municipio 8, grazie alla collaborazione con Terre des hommes, che è attiva nel giardino del proprio Hub Spazio Indifesa con un progetto dedicato in particolare al contrasto al bullismo nel quartiere Gallaratese.

I risultati di tutti i percorsi attivi sono misurati con l’annuale “Sport Welfare Report”. Lo studio 2024 mostra un dato preoccupante: il 34.5% dei bambini coinvolti non ha mai praticato sport.
A frenare sono i costi elevati (13.2%) e le difficoltà organizzative (12.5%). Nella maggioranza dei casi è invece il desiderio di socializzazione (59.4%) a spingere a prendere parte alle attività. A fare la differenza c’è anche la voglia di fare sport senza l’ansia del risultato (13.9%).

La sostenibilità del progetto è sociale

A Parabiago e Legnano “Coach di Quartiere” è condotto dalla Rugby Parabiago Cares, che dal 2023 ha proposto le prime attività, con il coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori. Il percorso è attivo da 3 anni anche nel Lodigiano. Qui Omar è tra i coach che fanno la differenza. Da adolescente solitario, ha scelto di mettersi in gioco qualche tempo fa, anche nel desiderio di trovare un gruppo di amici.
Oggi tutti lo cercano, lo chiamano e il suo ultimo compleanno, pochi giorni fa, lo ha festeggiato con gli altri coach. A Lodi, è appena nato il Tavolo Giovani e i coach ne sono tutti parte. «Spesso ci domandiamo: ma se domani dovessimo smettere, cosa accadrebbe a questi ragazzi?» conclude Massa. «Per loro è un’esperienza di vita che vale moltissimo.  La sostenibilità di questo progetto è sociale, non economica: questi giovani, con la loro energia vitale, sono la chiave per la rinascita di interi quartieri».

In apertura le attività con i Coach di Quartiere. Tutte le immagini sono da Ufficio stampa

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