Welfare

Così i Boscimani hanno sconfitto i diamanti

Grazie alla capacità associativa dei Boscimani e all’impegno di una combattiva ong i nativi del Kalahari potranno ritornare nelle loro terre, di Fabrizio Carbone

di Redazione

Sono le 16,56 del 13 dicembre 2006. I giudici dell?Alta Corte di giustizia del Botswana emettono una sentenza storica. Dopo 134 giorni di udienza, 19mila pagine di verbali e 4.500 pagine di documenti legali, i giudici riconoscono ai Boscimani del Kalahari il diritto di ritornare a vivere nella loro terra, con la possibilità di cacciare e riprendere la loro vita e le loro tradizioni millenarie.

Una sentenza quindi che condanna il governo del Botswana e giudica «illegale e anticostituzionale» tutta l?azione che ha portato allo sfratto dei popoli tribali dalle loro terre. È la prima volta che in Africa una etnia marginale riesce a ottenere ragione, riesce a far sentire la sua voce, ad organizzarsi, a chiedere un processo contro un governo che, per anni, aveva usato nei suoi confronti la maniere forti, al limite del genocidio: maltrattamenti, deportazioni e torture. Il 2007 si apre allora con prospettive importanti nel campo dei diritti civili, non solo per i Boscimani, ma per tutti i popoli tribali del mondo, quei 300 milioni di donne e uomini spesso senza voce, senza peso politico.

I Boscimani potranno tornare nel deserto del Kalahari e soprattutto nella Ckgr, la Central Kalahari Game Reserve, un luogo difficile e durissimo, affascinante e misterioso, grande più della Svizzera, istituito come riserva nel 1961 proprio per permettere alle popolazioni Gana e Gwi, discendenti dei primi abitanti dell?Africa australe, di poter vivere di caccia e di raccolta di frutti spontanei, radici, tuberi e piante medicinali. Ora alcune migliaia di questi Boscimani potranno rimettere in piedi i villaggi distrutti dai bulldozer governativi e riaprire i pozzi chiusi dalle autorità del Botswana nel 2002.

Il potere dei diamanti

Ma perché il governo del Botswana si era accanito contro i 3-5mila nativi che vivevano nella riserva istituita proprio per loro? Alla domanda si risponde con una parola sola, affascinante e in molti casi oggi portatrice di conflitti e di sangue: diamanti. Nel 1980 i prospectors della multinazionale De Beers e dei suoi associati scoprono che il deserto del Kalahari è ricchissimo di diamanti di ottima qualità. Ce ne sono tanti soprattutto nelle terre dove vive la comunità di Gope. Naturalmente i Boscimani sono totalmente disinteressati alla pietra preziosa. Ottenute le concessioni per aprire miniere a cielo aperto, gli specialisti della De Beers vogliono avere mano libera per poter sfruttate i giacimenti, quando sarà il momento di estrarli. Infatti il problema per loro è di trovarli e di lasciarli sul posto in attesa che si esauriscano altre miniere. Ci sono troppi diamanti in circolazione e i prezzi sul mercato possono crollare.

Le compagnie diamantifere, tutte o quasi legate alla De Beers, comprano le concessioni dal governo e chiedono che i Boscimani vengano fatti sloggiare dalla zona. Possono dar fastidio. E il governo assicura che farà di tutto per accontentarle. Nel 1986 viene presa la decisione di sfrattare i Gana e i Gwi dalla Ckgr: mandarli via con le buone o con le cattive; trasportarli lontano dai loro villaggi, dalle loro zone sacre e farli ammassare in villaggi di lamiera a centinaia di chilometri di distanza, impossibilitati a cacciare e a vivere secondo le loro tradizioni.

La battaglia

Ma il governo del Botswana ha fatto i conti senza l?oste, che in questo caso si chiama Survival International, l?ong nata in Inghilterra per difendere la vita e i diritti dei popoli tribali, e che già dal 1975 è a fianco dei Boscimani con progetti sanitari ed educativi. Survival è l?unica associazione che si accorge subito di quel che sta accadendo. I Boscimani intanto fondano una loro organizzazione e chiedono l?aiuto di Survival.

Vent?anni di battaglie che possono essere così sintetizzate: Survival lancia appelli in tutto il mondo e il governo del Botswana cerca di soffocare nel silenzio gli sforzi dei volontari. Nel Kalahari non si entra, le deportazioni si fanno sempre più incessanti, cominciano gli arresti e le torture. Poi la situazione precipita e gli arresti sono all?ordine del giorno: illegali e pretestuosi con accuse false. Entra in scena Roy Sesana, leader e sciamano boscimano: dal 1995 comincia a viaggiare in tutto il mondo e a parlare con politici inglesi e americani, fino alle Nazioni Unite.

Dal 2000 a oggi, a fronte del crescente interessamento dell?opinione pubblica mondiale sul caso dei Boscimani del Kalahari, interessamento sollecitato dagli sforzi di Survival International, il governo del Botswana perde la testa e scatena una vera e propria caccia ai boscimani per farli sparire dalla zona, negando al contempo che ci siano arresti e torture. Ma i Boscimani riescono a formulare una serie di accuse e a presentarle all?Alta Corte. Sono alla fine in mille a presentare prove, migliaia di prove, e grazie alla bravura di un avvocato londinese, Gordon Bennett, a mettere le autorità del Botswana nell?impossibilità di difendersi. Il governo non è stato in grado di presentare una sola prova a sua difesa contro le schiaccianti testimonianza raccolte e presentate in aula da parte dei Boscimani.

Sembra un lieto fine da romanzo, da film, ma non è finzione. Oggi è tutto il mondo tribale a gioire con i Boscimani del Kalahari. Ed è tutta l?Africa a trarre vantaggio da una sentenza che farà storia e giurisprudenza.

Il sito di Survival: www.survival.it
Il sito dei Boscimani: www.iwanttogohome.org


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA