Cultura

Così giovani e così verdi

Tre storie di architetti trentenni che "ce l’hanno fatta".Senza rinnegare i loro sogni di studenti.

di Carlotta Jesi

1) Elisabetta Caregnato
Rifaccio la periferia di Milano. Col cuore a Barcellona
Elisabetta Caregnato, 32 anni, esperta di progettazione sostenibile, dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano si trasferisce a Londra per un Phd in Land Management incentrato sulla riprogettazione di un quartiere nei pressi di Kings Cross da parte dei suoi abitanti. Dopo il Phd, torna a Milano per frequentare il master in Urban management della Domus Academy.
Studium: Che lavoro fai oggi?
Caregnato: Sono assistente del direttore dell?Agenzia Sviluppo Nord Milano, struttura a capitale misto pubblico e privato che dal 1996 si occupa di sviluppo del territorio nei comuni di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Bresso.
Studium: Un progetto di riqualificazione urbana ben riuscito?
Caregnato: Il porto e il villaggio Olimpico di Barcellona, che è riuscito a creare socialità dove prima c?era degrado. Il design dei water front, su fiumi e mari, e con esso la riqualificazione di aree industriali dismesse oggi sono il vero banco di prova della progettazione sostenibile.
Studium: Un sito che consiglieresti ai lettori?
Caregnato:Www.barcelonactiva.es , per capire come una città può migliorarsi.

2) Matteo Ragni
«Il vero museo del design? Per me è il supermercato»
Matteo Ragni, 32 anni,designer, dopo la laurea in architettura ha insegnato design al Politecnico di Milano e coordinato il master in Design e bionica all?Istituto europeo del design di Milano. Oggi fa il designer, e con Giulio Iacchetti ha creato lo studio Aroundesign (www.aroundesign. it): oggetti «giusti» per l?uso quotidiano, tra cui le posate da cocktail in MaterB e la linea di vasi da collezione Strativari (www.strativari. net) realizzati con scarti di Corian utilizzato per i piani delle cucine.
Studium: Cosa significa per te fare design sostenibile?
Ragni: Innanzitutto lavorare su oggetti di uso quotidiano che finiscono in mano a molte persone e che, di conseguenza, hanno un grosso impatto sull?ambiente, sia in termini di materiali utilizzati sia di processi di produzione. Si tende a pensare che il designer sia una sorta di stilista che inventa prodotti griffati per le élite, io mi sforzo invece di essere esattamente il contrario. Il vero museo del design per me è il supermercato. Per questo, in occasione del prossimo Salone del Mobile, il nostro studio lancerà il progetto Design alla Coop: abbiamo chiesto a giovani professionisti di realizzare prototipi di prodotti di largo consumo a marchio Coop per portare il design nella grande distribuzione.
Studium: Credi che i designer possano giocare un ruolo importante nel miglioramento
della società?
Ragni: Quelli che vogliono lavorare in modo ?giusto? oggi devono vigilare sui processi di produzione, soprattutto quelli che avvengono in Estremo Oriente senza alcun controllo qualitativo e di impatto ambientale. E poi il designer ha l?importante compito di provocare. Io l?ho fatto con un prodotto per bioaker: rotoli di tre metri in MaterB, farciti di semini, da stendere sul marciapiede per far crescere un giardino col solo ausilio dell?acqua piovana.

3) Lorenzo Gaetani
Dal rapido graf al giornalismo. «Sostenibilità è fare un passo indietro»
Lorenzo Gaetani, 32 anni, architetto, oggi è redattore di Lotus International, trimestrale tematico sulla cultura architettonica (che si legge anche su Internet al sito www.editorialelotus.it ), e di Navigator.
Studium: Cosa significa secondo te progettare in maniera sostenibile?
Gaetani: Fare un passo indietro e tornare al progetto: della bioarchitettura e in generale, dei materiali con un buon impatto ambientale. Spesso della sostenibilità si fa una bandiera dietro alla quale manca una cultura del progettare che sia, essa sì, responsabile. Progettare in maniera responsabile vuol dire fare quella che Van Eyck, già negli anni 50, chiamava «architecture without architects», ossia una progettazione che parta dai bisogni delle persone e non da quelli dei progettisti. Al pensiero di questo grande architetto olandese abbiamo dedicato un numero speciale di Lotus, in uscita a giugno, intitolato appunto People, persone, e dedicato alle scuole di architettura internazionali e alle associazioni che si occupano di progettazione partecipata ai quattro angoli del mondo.
Studium: Un sito che consigli di visitare ai lettori di Studium?
Gaetani: Quello degli Stalker,http:// digilander.libero.it/stalkerlab/tarkowsky/ tarko.html, laboratorio d?arte urbana di Roma.

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