Il dibattito

Così Galli Della Loggia ha sdoganato gli inclusioscettici

L’inclusione viaggia sempre, è impossibile tenerla ferma: Vincenzo Falabella, presidente della Fish, usa le parole del grande Andrea Canevaro per replicare a Ernesto Galli Della Loggia. Intanto però in rete è stato lanciato un sondaggio: sei d'accordo a tornare alle scuole speciali?

di Sara De Carli

«Forse per rispondere a Ernesto Galli Della Loggia è sufficiente ricordare quanto ripeteva il compianto Andrea Canevaro, uno dei “padri” dell’inclusione scolastica nel nostro Paese. E cioè che “l’inclusione viaggia sempre. È impossibile tenerla ferma”»: Vincenzo Falabella, presidente della Fish, commenta così le parole con cui l’editorialista del Corriere della Sera ha sostenuto che alcuni dei mali della scuola italiana derivano proprio dal mettere insieme, nelle stesse aule, alunni cosiddetti “normali” insieme ad alunni con disabilità, alunni disturbi specifici dell’apprendimento o altri bisogni educativi speciali, alunni stranieri. «Il risultato lo conosciamo», scrive ammiccante Galli Della Loggia.

«Le parole dello storico Galli Della Loggia, al di là delle motivazioni sottintese, sono inaccettabili per la quantità di stigmi e di pregiudizi che esprimono, pari a quanto potrebbe fare un qualsiasi commento proveniente da “odiatori dei social”. Spaventa inoltre pensare che nel 2024 ci siano ancora autorevoli editorialisti che parlano in tal modo della disabilità, perché fa capire quanto sia ancora lungo il cammino culturale che dovremo percorrere, continuando, purtroppo, a “giocare in difesa”», aggiunge Falabella. «Tra parentesi: sa Ernesto Galli Della Loggia che numericamente la popolazione con disabilità è la “terza nazione del mondo”, come ha sottolineato chi il nostro mondo lo conosce bene?». Il riferimento è a Matteo Schianchi, storico e autore di La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà (Feltrinelli).

Sul tema il dibattito è molto acceso. Sulle pagine di VITA Marco Rasconi, presidente di Uildm, ha detto che «in modo nemmeno tanto implicito, Galli Della Loggia fa capire che il più fragile deve essere messo da parte per lasciare andare avanti il più forte, senza considerare due aspetti. Il primo: ci sarà sempre qualcuno di più fragile quindi accantonare gli ultimi porta solo a rimanere soli e a impoverire la comunità dove viviamo. Il secondo aspetto ignorato è quello di capire chi e cosa è fragile. Si tratta sempre di una scelta soggettiva: chi si arroga il diritto di fare delle liste? Chi stabilisce quale categoria viene prima e quale viene dopo?».

Intanto una rivista specializzata sulla scuola cavalca il tema lanciando addirittura un sondaggio, che mette a tema proprio i due nodi più caldi del dibattito: «Alunni con disabilità e stranieri che non parlano italiano rallentano la didattica? Sei d’accordo a tornare alle classi speciali?».

Dario Ianes, ordinario di Pedagogia dell’inclusione alla facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano-Bozen e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento, nel presentare a Rimini la ricerca Inclusione scolastica e sociale: un valore irrinunciabile? Quanto è fattibile, efficace e condivisa nei suoi valori a VITA diceva che «qui da noi nessuno dirà mai “torniamo alle scuole speciali”, però c’è uno scetticismo strisciante visto che il 23% crede che l’alunno con disabilità grave dovrebbe stare per lo più nell’aula di sostegno». Sono passati due mesi esatti e forse gli inclusioscettici hanno già più forza di quel si immaginava.

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