Caro Riccardo, il convegno di Terra Madre che mi vede relatore a Torino mi impedisce di essere presente al vostro grande evento. Affido allora ad alcune righe il saluto che avrei desiderato porgervi di persona. Come sai, fin dalla prima ora ho visto e giudicato positivamente il progetto che adesso giunge al traguardo. E ciò per due ragioni principali. Primo, perché l’ingresso in Borsa Italiana di Vita Spa sconfigge il luogo comune, così caro ai conservatori intellettuali, secondo cui il mercato (e la Borsa è un mercato!!) dovrebbe essere occupato esclusivamente da soggetti che perseguono fini lucrativi. Quanto questa visione riduzionista – pure supportata da un pensiero mainstream che si autodefinisce scientifico – abbia provocato danni ingenti e stia ritardando il progresso civile ed economico delle nostre società è sotto gli occhi di tutti.
La seconda ragione è che la quotazione nel mercato AIM Italia delle azioni di Vita Spa anticipa – fungendo da apripista – il prossimo grande passo: arrivare alla istituzione di una Borsa Sociale, vale a dire di un mercato dei capitali di rischio specificamente volto a finanziare l’imprenditorialità sociale, oggi in costante espansione. Sia le imprese sociali in senso stretto sia le imprese a finalità sociale vedono impedita la realizzazione piena del loro potenziale a causa della mancanza di risorse stabili, e non tanto di flussi periodici.
Che differenza c’è tra costruire e creare? La risposta impareggiabile che ne ha dato Gilbert Chesterton è che il costruttore ama la cosa alla quale si dedica solo dopo che l’ha realizzata; chi crea, invece, ama la sua creatura prima ancora di averla creata. Voi di Vita siete stati dei creatori in questo preciso senso. Continuate allora a creare, senza timore, e grazie di cuore per il vostro coraggio imprenditoriale.
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