Welfare

Così abbiamo convinto Chiara a non lasciare la scuola

Un caso di counseling

di Redazione

Ivan è un ragazzo che sta compiendo un cammino di recupero dalla tossicodipendenza: nella comunità di cui è ospite è collaborativo, ma ha un rapporto sempre più conflittuale con i genitori. Per capire come intraprendere una relazione più positiva con il figlio, la madre di Ivan si rivolge a un educatore: come migliorare la comunicazione? Un dipendente di una grossa società si lamenta con i propri capi per una situazione di mobbing da parte dei colleghi con cui non riesce a svolgere il proprio lavoro; ma ottiene solo risposte evasive e nessun intervento efficace: quale strategia può adottare? «Questi sono solo alcuni tra i mille casi», spiega Paola Cremonese, presidente di I.Co.S. Punto Counseling (vedi box), «in cui le competenze di counseling possono aiutare operatori e professionisti a svolgere il proprio lavoro in condizioni di migliore comunicazione, aiutando la risoluzione di alcuni nodi problematici». Un caso di counseling a lieto fine è stato quello di Chiara: una ragazza di 18 anni, intelligente, con buoni risultati scolastici, che poco prima della maturità decide di abbandonare la scuola per trasferirsi in un?altra regione e sposare il ragazzo di cui si è innamorata. Questa situazione determina una forte conflittualità con gli insegnanti verso cui Chiara è aggressiva, e con i genitori, disperati e impotenti. «Per prima cosa», commenta la Cremonese, «in un intervento di counseling occorre ridefinire insieme al cliente il ?quadro? del problema, rendendolo chiaro in tutti i suoi aspetti, attraverso una serie di domande appropriate. In questo caso, Chiara non voleva più studiare per trasferirsi nella città del fidanzato e sposarsi: la scuola era vista da lei come un acerrimo nemico per la realizzazione del suo desiderio. Un?altra tecnica del counseling è quella del ?riassunto? verbale, all?interno del dialogo, di quanto esposto dal cliente, per capire se quanto acquisito è realmente ciò che il cliente ha nella ?mappa? di interpretazione del problema. È importante che il counselor non anteponga i propri giudizi morali e consigli, ma cerchi di capire dalla persona la risoluzione più adeguata, ?giocando? con le ?carte? offerte dal cliente». Nel caso di Chiara la domanda è stata: dato l?obiettivo di volersi sposare con il suo ragazzo dove lui vive, qual era la cosa che più poteva aiutarla in questa realizzazione? Il fatto di ottenere il diploma, con la possibilità di trovare più facilmente un lavoro, diventava – oppure no – un?occasione di migliore realizzazione del suo progetto? «Nei colloqui con Chiara la risposta è via via emersa come affermativa», conclude la dottoressa, «e l?opportunità di finire l?iter scolastico è diventata una possibilità positiva invece che frenante: alla fine Chiara, preso il diploma, si è trasferita nella città del suo fidanzato. Adesso si è sposata e lavora».


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