Famiglia

Così “Aladino” accoglie tutti i bambini del mondo

E' il fortunato progetto dell’Uvi, nata quarant’anni fa a Milano per occuparsi di minori in difficoltà (di Andrea Della Bella).

di Redazione

Autistico. Questa la diagnosi avanzata davanti alle maestre d?asilo di un piccolo filippino. Il bambino viene seguito da un operatore dell?Unione volontari per l?infanzia e l?adolescenza, che instaura un ottimo rapporto e ?l?autistico? si rivela un bambino cui nessuno aveva insegnato l?italiano. Questa è solo una delle tante storie che rivelano quanto sia difficile il processo di integrazione dei piccoli extracomunitari. Da quasi quarant?anni l?Uvi sta dalla parte dei più piccoli. Di quelli che hanno alle spalle situazioni familiari drammatiche e un?infanzia bruciata da violenze e abusi. Ma anche di chi arriva in Italia, ?catapultato? al seguito dei genitori immigrati e con grosse difficoltà di interazione con la nuova realtà italiana. La lingua è la barriera principale da abbattere, ma i problemi da superare sono tantissimi: «La nostra società rappresenta per loro un mondo sconosciuto e senza un supporto rimarrà tale per lungo tempo», spiega Monica Tronconi, responsabile dell?Uvi e del progetto Aladino, che ha lo scopo di realizzare un centro di mediazione culturale «dove sarà possibile accogliere i bambini per un periodo medio-breve propedeutico all?inserimento nella scuola materna e utile a far conoscere i nostri usi e costumi nel pieno rispetto delle loro culture». Già, perché in casi del genere anche il cibo può diventare uno scoglio da superare. «In questo momento siamo alla ricerca di uno spazio fisico dove poter realizzare il centro che non sarà un luogo in cui i piccoli vengono ?confinati?», spiega la responsabile. «Puntiamo sulla relazione uno a uno che permette di entrare in sintonia con il bambino che verrà poi seguito in tutta la fase di transizione. Nel frattempo cerchiamo di aiutare le mamme a prendere dimestichezza con la burocrazia italiana. L?Uvi da sempre lavora a stretto contatto con il mondo dell?immigrazione. Dalla nostra esperienza emerge che il bambino quando arriva in Italia viene affidato, mentre i genitori lavorano, a parenti, amici o fratelli grandi, fino a quando va all?asilo, ma senza conoscere ancora una parola di italiano». All?associazione ci si è resi conto che il processo di integrazione deve iniziare prima. Anche se non è semplice riuscire a rapportarsi con le varie etnie. La relazione tra volontario e bambino, poi, pur limitata nel tempo, permette di far emergere gli interessi del piccolo: c?è chi ha visto esaudito il desiderio di assistere a uno spettacolo circense e chi invece ha potuto praticare l?arrampicata sulla roccia. Tra i casi seguiti dall?Uvi c?è anche quello di un adolescente che, dopo aver scoperto la propria passione per la cucina, ha avuto l?opportunità di iscriversi a un corso e di conoscere così una realtà meno complicata rispetto a quella familiare: «Ora il ragazzo sta frequentando il secondo anno e con ottimi risultati», conclude Monica Tronconi.

Andrea Della Bella

Unione volontari per l?infanzia e l?adolescenza, corso Venezia 2/A Milano tel. 02.76004436 02.781297 fax 02.76022117 unionevolontari@libero.it Fondata nel 1965 Presidente: Maria Ludovica Borromeo

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