Welfare

Cosa succede se la nonna scopre la chat

Internet e anziani. L'esperienza della "cambusa"

di Barbara Fabiani

Dieci milioni di italiani hanno più di 65 anni. Sono il 18 per cento della popolazione, ma spesso sembra che non esistano: esaurita la produttività, a casa o sul luogo di lavoro, ecco che svanisce la persona.
Questa è la storia di una di loro, Liliana D’Agostino. Una donna normalissima, che ha fatto la casalinga per oltre quarant’anni e ha cresciuto tre figli, soffocando la segreta aspirazione a scrivere romanzi rosa. Il suo entusiasmo per la vita si stava spegnendo, e un computer l’ha salvata. Oggi, dietro il nickname del moderatore di una chat, la “cambusa”, dedicata agli anziani, c’è tutta la tenerezza di questa donna di 63 anni.
Vita: Come è arrivata a interessarsi a Internet?
Liliana D’Agostino: Dopo un brutto periodo. Mio marito era malato e l’ho curato per quanto ho potuto. Dopo la sua morte ho iniziato a trascurare tutto, anche me stessa. Quarantaquattro anni di matrimonio, e la mia vita sembrava vuota. Mi sono detta: per non soccombere devo imparare cose nuove. Ho visto sul giornale la pubblicità della cambusa di Intrage (vedi box, ndr) e sono andata.
Vita: E cosa ha trovato?
D’Agostino: All’inizio mi aveva spinto la curiosità e la sfida a imparare qualcosa che non credevo di poter fare. Il computer mi attirava come strumento per scrivere, perché scrivere è sempre stato il mio rifugio, poi l’ho apprezzato soprattutto come mezzo per comunicare, in particolare attraverso le chat, per i momenti in cui uno si sente solo e desideroso di parlare.
Vita: Chi ha incontrato in cambusa?
D’Agostino: Persone come me. Vedovi o donne con figli ormai fuori da casa, rimaste sole con un marito che ha trovato altri modi per passare il tempo e le lascia da sole. A una certa età può accadere che si condividano poche cose. Nelle chat invece si fa amicizia, si può parlare di cose intime sapendo che c’è chi ti capisce. Arriva anche qualche giovane. E sono sia uomini che donne, perché anche gli uomini hanno bisogno di parlare.
Vita: Lei come le intrattiene?
D’Agostino: Vuol sapere qual è il mio forte? I compleanni online.
Vita: Compleanni?
D’Agostino: Sì, le feste su Internet. Le ho inventate con la fantasia. Creo là per là un abito da sera stravagante. Comincio col dire: metti bene la cravatta, il colore che hai scelto ti dona molto, sono pronti i bicchieri facciamo un brindisi. E vedo che gli altri mi seguono in questo gioco.
Vita: I discorsi a volte diventano più seri, cosa ci si racconta?
D’Agostino: Quello che si direbbe a un’amica quando ci si sente smarriti. Ci sono persone separate, altre che invece vivono in famiglia ma che non possono dire quello che provano veramente, anche a un marito o ai figli. Ad esempio, avevo chiamato un forum “il sogno nel cassetto” e una signora di 79 anni ha risposto che il suo sogno era quello di rivivere un amore come quando era giovane, fatto solo di corteggiamenti, di fiori inviati a casa, di sussulti nel vedere la persona anche da lontano.
Vita: Quella signora non avrebbe potuto dire questo a un figlio o al marito?
D’Agostino: Queste cose non si dicono neanche agli amici, per paura del ridicolo.
Vita: Avvicinarsi a Internet invece cosa cambia?
D’Agostino: È come se scoprissi di avere ancora un tuo mondo personale, non soltanto quello dei familiari o del lavoro di una vita. Nelle chat tra tante persone trovi chi prova la tua stessa esperienza. Trovi il riscontro che cercavi da anni.
Vita: Come l’ha arricchita l’uso del computer?
D’Agostino: Adesso non mi sento più fuori del mondo, una “antica”.
Vita: Qualche storia che le è rimasta impressa?
D’Agostino Un professore di storia dell’arte, una giornalista e molti pensionati che nel lavoro avevano ricoperto posizioni importanti. Persone che difficilmente avrei potuto frequentare nella mia vita quotidiana senza Internet. Io ho fatto le scuole medie, ma sono andata a lavorare prima di prendere la licenza. A 15 anni mi hanno assunta come aiuto nella mensa di una fabbrica. Quando il direttore seppe che sapevo dattilografare mi spostò dalla cucina alla segreteria. Per me fu un passo importante. Insomma, la prima volta la vita me l’ha cambiata una macchina da scrivere e oggi il computer. Sembra destino, vero?
Vita: Addirittura “cambiato la vita”?
D’Agostino: Diciamo che ho ripreso per mano la Liliana dei miei sogni. C’è stata un’altra Liliana, una che per forza di cose aveva abbandonato tante velleità. Io avrei voluto far convivere la famiglia con la mia passione per scrivere. Una volta, a 27 anni, avevo già i primi due figli, scrissi a Liala, la grande scrittrice di romanzi d’amore, e lei mi chiese di inviarle qualche racconto perché la lettera le era piaciuta molto. Non l’ho fatto per tanti motivi. E questa cosa mi ha sempre mordicchiato dentro. Purtroppo in famiglia questa mia passione non era presa sul serio: mio marito era un uomo molto concreto, faceva l’autotrasportatore, e i miei tre figli, anche se molto affettuosi, sottovalutavano questa mia passione di scrivere storie d’amore. Loro hanno i piedi per terra come il padre, e oggi fanno uno l’asfaltista, uno il litografo e uno il corriere. Invece per me ora l’uso del computer e delle chat è quasi una rivincita personale: ho ripreso per mano la Liliana che volevo essere.
Vita: Cosa pensa tenga lontano gli anziani dal computer?
D’Agostino: Diciamolo, è un’attività costosa, soprattutto a causa del collegamento telefonico. Io stessa non ho il computer a casa. Allora queste cambuse, dove i costi sono contenuti, aiutano molto. Quello che manca altrettanto spesso è l’incoraggiamento dei familiari. L’anziano va sostenuto nei suoi slanci e non intrappolato nel ruolo del “vecchio”. So che fa comodo a molti, ma a me fa solo tristezza.
Info: www.intrage.it/servizi/cambuse/

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