Mondo
Cosa s’impara a fare il doposcuola a Pechino
Appunti dalla Cina. L'aiuto di ActionAid negli studi di una cinquantina di ragazzi di un sobborgo di Pechino. Con lezioni pomeridiane e nel fine settimana
Essere per la prima volta nel centro di piazza Tiananmen è un?emozione fortissima, anche se quello che vedo non è altro che un enorme spiazzo dove le uniche persone un po? agitate sono i venditori di gadget per turisti. Pechino è estremamente ordinata, le trasgressioni più forti le compiono gli automobilisti (ma in questo la capitale cinese non si differenzia da tante altre parti del mondo, a parte il fatto che qui la convivenza tra macchine e bici sembra davvero possibile).
Il funzionario che mi accolse nell?ambasciata della Cina a Roma nel settembre del 1997, quando a nome di Amnesty International presentai l?ennesima protesta contro l?uso della pena di morte, mi disse che la giustizia aveva bisogno di strumenti efficaci a mantenere l?ordine nel paese. Se per ordine si intende il decoro pubblico, quasi viene da dargli ragione: non ho mai visto, né in Italia né altrove, una città così pulita. I muri sono immacolati, per terra non si trova un pezzo di carta, nella metropolitana affollatissima la gente non lascia cadere neppure uno scontrino.
È inoltre vero, come avevo letto sulla mia guida, che Pechino è più sicura della maggior parte dei centri urbani occidentali: anche alla sera si passeggia tranquilli, benché in giro si incontrino pochi militari e poliziotti. Ancor più impressionante è il ritmo di crescita di questa metropoli. Nel solo tragitto dall?aeroporto all?albergo avrò visto una decina di grattacieli di almeno trenta piani in costruzione, che vanno ad aggiungersi al numero enorme di quelli già esistenti.
Per ricordarmi che in Cina le cose non sono perfette, oltre a leggere i rapporti delle organizzazioni sui diritti umani, ho avuto l?opportunità di andare a vedere cosa succede alla periferia della sua capitale. Con i grattacieli alle spalle la sensazione è quella di superare le colonne d?Ercole. In case fatiscenti vivono gli immigrati provenienti dalle zone rurali del paese che non hanno i mezzi per insediarsi nei pur innumerevoli alloggi.
ActionAid International ha dato vita a un progetto in un sobborgo in cui vivono circa duecento famiglie ma dove presto non ci sarà più nessuno. I proprietari, per la maggior parte abitanti di Pechino, stanno vendendo le case al governo che, a sua volta, ha già avviato l?opera di demolizione, con l?intenzione di estendere l?area urbana della capitale. Dove andranno a vivere le duecento famiglie al momento non si sa.
Il sostegno fornito da ActionAid consiste nell?aiutare una cinquantina di ragazzi nei loro studi, con lezioni pomeridiane e nel fine settimana.
A beneficiarne sono le famiglie nel loro complesso, sia perché in casa i bambini spesso non hanno nemmeno lo spazio dove appoggiare un foglio di carta, sia perché i genitori possono usufruire di corsi di formazione sulla cura dei piccoli, a partire dalle questioni sanitarie per arrivare a quelle sociali. Sul muro dell?aula c?è una lista di parole, scritte sia negli ideogrammi cinesi sia in inglese, sulle quali i ragazzi si sono confrontati. Una di questi è ?irragionevole? e pare strano che bambini che non hanno neppure dieci anni riflettano su un concetto del genere. «Si riferiscono alla reazione dei cittadini di Pechino», spiega la loro insegnante. «I ragazzi dicono: ?È normale che nei nostri confronti abbiano un po? di diffidenza e non siano gentili, dobbiamo accettarlo, non dobbiamo essere irragionevoli?».
L?estremo buon senso di questi ragazzini è forse la cosa che ho trovato più stupefacente a Pechino e nei suoi sobborghi.
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