Famiglia

Cosa scegli quando scegli una prostituta?

Nobody. Una performance teatrale che offre un’esperienza immersiva sul tema della prostituzione. Un viaggio sensoriale che invita il pubblico a prendere coscienza degli aspetti più oscuri del fenomeno con l’utilizzo di azioni e immagini, anche dirompenti, per abbattere delle barriere sovrastrutturali che costruiscono alibi ad ogni membro della società civile, che si sente giustificato a non informarsi sul tema o peggio ancora “a girarsi dall’altra parte”

di Anna Spena

Cosa scegliete quando scegliete una prostituta?. L’Italia, dove le donne vittime di prostituzione sono 70mila (4mila solo in Lombardia), è il Paese del “quello della prostituzione è il lavoro più vecchio del mondo”; è la nazione dei luoghi comuni “eh ma l’hanno scelto loro. Mica sono tutte obbligate?”. In Italia 9 prostitute su dieci sono straniere, il 42% Nigeriane; il 49% dell’Est Europa: una prostituta su cinque è minorenne. Eh sì. Ve lo ricordate che l’Italia è il Paese del “eh ma l’hanno scelto loro. Mica sono tutte obbligate?”. È certo. Mica sono sfruttate. L’hanno scelto loro di stare sull’asfalto delle strade per turni di 10, 15, 20 ore di fila. Di notte e di giorno. Con il caldo torrido e il freddo dell’inverno. L’hanno scelto loro di andare (in media) con oltre venti clienti al giorno. Hanno scelto anche di subire le violenze fisiche delle organizzazioni criminali che le sfruttano, di consegnare a loro tutto quello che guadagnano. Chi non sceglierebbe per se stesso e per il proprio corpo una cosa cosi? Chi queste donne le prende pagando lo sa cosa sta comprando?

Per questo la compagnia teatrale Favolafolle, in collaborazione con l’associazione Lule, nata nel 1996 ad Abbiategrasso con la finalità di operare nell’aiuto alle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, ha messo in piedi la performance NoBody.

«“Nobody”», spiega Gabriele Paina, direttore organizzativo della compagnia, «è un’installazione teatrale che offre un’esperienza immersiva sul tema, un viaggio sensoriale che invita il pubblico a guardare oltre il velo dell’apparenza, prendendo coscienza in maniera immediata ed epidermica degli aspetti più oscuri del fenomeno. In una dinamica di prossimità tra performers e pubblico che innesca meccanismi relazionali con lo scopo di combattere l’ipocrisia e le barriere sovrastrutturali che affollano le discussioni sul tema. L’obiettivo di questo progetto è sensibilizzare la società civile sul tema della tratta di esseri umani ai fini dello sfruttamento sessuale di donne e minori, ponendo l’attenzione sugli aspetti umani più che su quelli politico- legali. La poca conoscenza del tema è una delle cause più importanti di propagazione del fenomeno ed è quindi la presa d’atto delle dinamiche ad esso legate, il punto di partenza di ogni campagna di sensibilizzazione».

L’ignoranza diffusa sul tema della tratta di esseri umani al fine dello sfruttamento sessuale è una delle cause più importanti di propagazione del fenomeno ed è quindi la conoscenza delle dinamiche ad esso legate, il punto di partenza di ogni campagna di sensibilizzazione. Non basta però la divulgazione di informazioni, ma è necessario passare attraverso campagne di comunicazione che si occupino di offrire ai propri destinatari, un’esperienza diretta del fenomeno. Quando si trattano temi così delicati è però impossibile fornire esperienze dirette al pubblico e si rende pertanto necessario un filtro artistico che viene identificato nel “viaggio sensoriale”.

Com'è nata la performance?
La performance è nata dalla collaborazione tra l’Associazione Lule Onlus e la Compagnia Teatrale FavolaFolle. Lule da ormai più di 20 anni si occupa di tratta e dello sfruttamento prostituzione ed è capofila del progetto “Mettiamo Le Ali 2.0” finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità. Uno degli obiettivi di questo progetto è proprio questa campagna di sensibilizzazione sul “tema” e la Compagnia Teatrale FavolaFolle è stata selezionata per la sua realizzazione. Noi abbiamo pensato che un mezzo efficace e d’impatto per raggiungere questo obiettivo sarebbe potuto essere quello teatrale, ed è così è nata la performance NoBody.

Come si sono preparate le attrici?
La Compagnia Teatrale e le attrici si sono preparate prima di tutto andando sul campo a conoscere queste “vittime” per approfondire l’argomento e per riuscire a riportare durante l’Installazione Nobody un messaggio chiaro che si avvicini il più possibile alla realtà. Dopo questo passaggio le attrici hanno affrontato un training di preparazione artistico curato dalla Compagnia Teatrale FavolaFolle.

Qual è lo scopo di Nobody?
Vogliamo facilitare il percorso di presa di coscienza collettiva affrontando il tema con azioni e immagini, anche dirompenti, che abbiano sempre come punto di riferimento l’abbattimento delle barriere sovrastrutturali che costruiscono alibi ad ogni membro della società civile, che si sente giustificato a non informarsi sul tema o peggio ancora “a girarsi dall’altra parte”, come se non sapere o vedere le cose nella loro complessità fosse un buon motivo per non farsi carico di un problema umanitario che riguarda ogni società civile del pianeta. Ci aspettiamo che all’uscita dalla nostra installazione questi alibi siano, almeno in parte rimossi, che l’esperienza che abbiamo fatto ci motivi a compiere azioni dirette o a farci promotori a nostra volta di una campagna di sensibilizzazione di massa, che impedisca ai singoli soggetti di celarsi dietro ai consueti muri d’ipocrisia che affollano le discussioni sul tema.

In quanti l'hanno vista fino ad oggi?
Fino ad oggi l’hanno vista in circa un migliaio di persone, non pensavamo che il tema potesse essere di così forte richiamo per la comunità, questo ci ha piacevolmente sorpresi.

Cosa non capiamo della tratta e come questa esperienza sensoriale ci può avvicinare al problema?
La maggior parte delle persone si immagina che le prostitute che siamo ad abituati a vedere nelle nostre strade siano li per loro volontà, perché lo hanno scelto. Noi possiamo dirvi che abbiamo appurato che non è così, è questo il punto fondamentale che non capiamo della tratta… Queste ragazze sono vittime di un racket che le sfrutta, le raggira e che compie su di loro violenze, psicologiche e/o fisiche, con cui le “obbligano” a fare quello che fanno. NoBody si pone questo obiettivo, quello di far capire alla gente come stanno veramente le cose provando ad avvicinarle al problema di cui tutti, in qualche modo, siamo responsabili… anche solo con la semplice indifferenza.

I prossimi appuntamenti di Nobody: Sabato 09 febbraio 2019 dalle ore 17 alle ore 24 e domenica 10 febbraio dalle ore 10 alle ore 20, presso Centro Culturale San Vitale, Piazza Sant’Angelo 1 – Cremona. Sabato 23 febbraio 2019 dalle ore 17 alle ore 24 e domenica 24 febbraio dalle ore 10 alle ore 20, presso Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, Sala Pia Marta, Via S. Faustino 74 – Brescia

Ingresso al pubblico gratuito

Info e prenotazioni: 392 99 392 99 oppure info@favolafolle.com


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