Cultura

Cosa piace di lui

I giorni di Colonia. Il diario di un giornalista pellegrino

di Riccardo Bagnato

Marienfeld, agosto L?unica cosa da fare, ora, è mettersi in silenzio. Chiudere gli occhi e pregare che la dolcezza di questo momento ti faccia sentire distintamente: l?altoparlante, le canzoni, la chitarra, i bongo, i passi di danza e quelli di chi sta raggiungendo il proprio settore, di chi si è perso e di chi telefona. Scoprendo che la dolcezza può essere freddo e umidità. Che può trovarsi su un prato nel buio. E stare lì, abbracciando i piccoli rumori, fino ai respiri che appannano gli occhiali, i tiri di sigaretta, la candela che scalda le mani, il bacio sotto i sacchiapelo, le mani che si cercano e si trovano, gli abbracci, i sorrisi. Assieme ai sogni di chi si è addormentato nei posti più scomodi e trafficati: fra i bagni chimici e un banchetto dove distribuiscono i pasti, sotto una tenda improvvisata con un telone impermeabile o sotto un ombrello. E guardare così, ad occhi chiusi, un milione di ragazzi e ragazze che sulla spianata di Marienfeld, fuori Colonia, stanno facendo la veglia in occasione della Giornata mondiale della gioventù. Ogni tanto aprire gli occhi e dirsi «è tutto vero», rubando uno sguardo per immaginare i motivi del perché siamo qui. Una settimana intensa Tutto, in realtà, parte però cinque giorni prima, secolo più secolo meno. è lunedì, e gli ostelli sono quasi pieni. Molti altri pellegrini sono invece ospitati da famiglie e diocesi in giro per il Rheinland. Martedì, il primo arrivo massiccio di pellegrini. I pasti da distribuire, le indicazioni da dare, la sicurezza da organizzare. E alla sera il fischio d?inizio nelle tre città che ospitano l?evento: Colonia, Bonn e Düsseldorf. Mercoledì, per gli italiani, ci si trova al Rhein Energie Stadion. Un incontro all?insegna delle più note virtù italiane: mandolino, urli da stadio, Fratelli d?Italia e Colonia invasa, letteralmente assediata dal tricolore. Giovedì arriva Papa Ratzinger, sulle rive del Reno si ripete il copione: 5 chilometri di folla entusiasta sulle due rive del fiume, il discorso di Benedetto XVI, canti e divertimento per le vie di Colonia alla sera. Venerdì, per chi non lo ha ancora fatto, ci sono le ultime catechesi, e presso la Fiera di Colonia un momento di riconciliazione: centinaia i sacerdoti che confessano da mattina a sera, in più di venti lingue diverse. Saluti e abbracci, domani si sbaracca e si va tutti a Marienfeld, fuori città, per la veglia e la messa di domenica. Tutti a Marienfeld C?è chi è venuto a Colonia con la parrocchia, chi in gruppo, chi come Zigmund si mischia con piacere alla folla di giovani che arrivano a piedi presso Marienfeld, e lo fa con passo disciplinato, a dimostrare la sua non più giovane età: «Ho 80 anni, ma non volevo perdermi questo evento, sono venuto da solo in macchina da Cracovia, dove vivo», racconta. «Se vivi con i giovani, anche tu diventerai giovane», dice, «così disse il mio Papa Giovanni Paolo II». Ma sono a migliaia, si scambiano le proprie bandiere, tanto che non si capisce più chi viene da dove: la più ambita quella brasiliana, mentre quella italiana è ormai inflazionata, nessuno la vuole. Degli italiani desiderano però il cappellino, ma quello no, quello non si scambia, troppo fico. Per venire qui a Marienfeld hanno camminato per 5, 7, 10 chilometri. Gli abitanti della tranquilla campagna attorno a Colonia li hanno visti passare. Hanno offerto loro acqua, biscotti, caramelle. Luis, 16 anni, fa parte di una comitiva di più di 200 ragazzi spagnoli, riconoscibili per le magliette gialle con scritto «Siamo venuti qui per adorarlo», lemma dell?evento. Arrivati a inizio settimana con 4 pullman, ci tengono a far sapere che si sono organizzati da soli. «Se piove, ci rannicchiamo nei nostri k-way, e continuiamo a cantare», dice Luis, mentre dalla testa del suo gruppo parte una ?ola?, destinata a terminare chilometri più indietro, laddove il serpentone di pellegrini finisce. Ed eccoci a Marienfeld. Lo sguardo si perde fra i sacchiapelo, le bandiere il sole e l?attesa. Anche Benedetto XVI sembra ringiovanito, ha incontrato vecchi amici a Colonia. Da giovane ha studiato proprio qui, conosce l?arcivescovo di Colonia e non solo lui, conosce le vie, la tradizione e la storia di una città aperta, ma più volte ferita. E come i pellegrini accorsi a Colonia, che di amici ne hanno incontrato di nuovi, è visibilmente emozionato, quasi a disagio quando i giocolieri si esibiscono sulla collina, da cui la vista su 700mila persone è davvero mozzafiato. Marziani dal pianeta Terra In sala stampa si lavora di agenzie, sui discorsi ufficiali, si parla dell?impressione generale. Una collega sbotta «ma questi ragazzi sono dei marziani». Vero, sono dei marziani, un milione di marziani che invece di seguire le beghe di palazzo che riempiono i giornali, cercano verità, parlano di Dio, di vita e morte, di aborto, di rapporti sessuali, alcuni si chiedono se ad esempio non sia opportuno per la Chiesa cambiare posizione sull?utilizzo dei ?condom? e discutono con chi, viceversa, non ne vuole sapere. Fuori, intanto, è sera. Le celebrazioni per l?inizio della veglia sono finite ed è il momento più bello per chi non teme di chiudere gli occhi e aprire il cuore. Ci sarà tempo per il resto. Un resto che però rinasce da qui. Ci sarà tempo per tutto quello che lambisce questo luogo e questa breve notte. E certo ci sarà tempo per preparare le facce da sfoggiare davanti alle facce che s?incontrano ogni giorno. E ancora tempo per mille indecisioni, e tempo ancora per mille e mille revisioni, prima del momento in cui si dovrà tornare. E infine, ci sarà tempo per chiedersi «Oserò?», oserò disturbare l?universo? Marziani? Sì. Un milione di marziani che non possono vivere senza verità, come è successo a tutti, prima di diventare adulti: più saggi e più tristi. Che non si arrendono al mondo così com?è, che anzi scommettono, da rivoluzionari quali sono, sull?io e sul tu. Ripartendo da zero, dal basso, dalla semplicità di un incontro possibile. Aspettando il mattino, quando la cupola a forma di nuvola costruita per accogliere il Santo Padre quasi non si vedrà a causa della foschia, quando dal prato, pian piano tutti riapriremo gli occhi e riprenderemo a parlare.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA