Famiglia

Cosa faresti se…

di Jennifer Zicca

Girando in internet mi sono imbattuta in un articolo che va al di là dell’immaginabile:

“Trentaseienne napoletana del quartiere Vomero è stata tenuta segregata da sola in casa per otto anni dalla madre ed è stata liberata dagli uomini del commissariato Arenella. Nessuno sapeva”.

Nessuno sapeva niente???

Possibile che viviamo in un mondo in cui non ci si accorge che nella porta accanto, nel nostro stesso pianerottolo avvengono queste atrocità???

Viviamo nel ventunesimo secolo dove i telegiornali ci presentano di continuo notizie che ci “sconvolgono” e ci “scandalizzano” ogni volta: una volta è la ragazza segregata per anni, una volta è una madre e un figlio imprigionati in uno scantinato seviziati per mesi, una volta è il disoccupato che uccide i propri famigliari e poi si suicida perché non riesce a trovare i soldi per mangiare, una volta è l’ubriaco di turno che uccide la compagna e il suo bambino di tre anni…

Non posso credere che nel nostro presente costellato di impegni e basato sulla velocità non riusciamo a fermarci un secondo a pensare agli altri: vogliamo davvero rovinare i rapporti e il nostro senso di attenzione verso l’altro??

Una volta a teatro mi spiegarono che in passato gli spettacoli duravano anche giorni perché il tempo aveva un significato diverso, non c’era l’appuntamento dalla parrucchiera o dal barbiere, non c’era l’appuntamento in banca per valutare un finanziamento che tanto non mi verrà concesso, non c’era la corsa perché “il tempo è denaro”… Una volta alle persone veniva data più importanza che alle cose.

Nel passato si guardava negli occhi chi si incrociava nell’androne delle scale del nostro palazzo, nel presente invece salutiamo, se salutiamo, senza attenzione perché troppo presi dal pensiero della bolletta salata del gas o della rata del mutuo..

Con gesti opportuni possiamo salvare la vita di qualcuno che non ha il coraggio di cambiare la propria vita.. Denunciare il vicino padre padrone che picchia la moglie, denunciare i vicini che picchiano i figli, denunciare quella madre o quel padre che non riesce a seguire i propri figli perché alcolizzata o drogata…

Tutti noi possiamo fare qualcosa di buono per il prossimo. Sistemare l’orologio a una vecchietta in autobus o fare una chiamata al 118 quando sentiamo le urla dei nostri vicini: stiamo aiutando il prossimo.

Per noi ragazzi che viviamo in queste situazioni di degrado sarebbe non solo un aiuto ma la salvezza.

“Ho 9 anni, l’ennesima lite, il viso di mia madre inondato di lacrime, il labbro sanguinante, mio padre che continua a cercare di bloccarla per farle del male. La porta si spalanca, entrano i carabinieri ‘Stia fermo o saremo obbligati a immobilizzarla. Piccola segui la vigilessa fuori….’
Sento la vicina che parla con il poliziotto ‘Ogni sera è la stessa tiritera.. Botte e urla per tutto il quartiere…’
La guardo, mi avvicino e le sussuro all’orecchio ‘Grazie, non c’è la facevo più a vederli così questa sera.. Tanto domani sarà uguale se nessuno fa’ qualcosa…’ “

Le denunce servirono nel futuro-passato di questa creatura perché le sue parole vennero ascoltate dai servizi e dal tribunale sulla base delle denunce di quei vicini che non hanno fatto finta che non accadesse nulla.. Di quei vicini che hanno avuto il coraggio di alzare la cornetta a più riprese per dare una boccata d’aria alle serata costellate di botte di quella bambina..

Forse il paradiso non esiste, ma io intanto preservo il mio futuro cercando ogni volta che posso di dare il meglio di me con chi ha bisogno di aiuto. Con i piccoli gesti possiamo rendere meno difficili le grandi difficoltà di chi ci circonda

Una signora in autobus mi chiede “Mi scusi signorina mi sa dire che ora è esattamente?? Sa’ ne io ne mio marito riusciamo a sistemare il mio orologio…” Allungo le mani per sistemarle il gioiello d’oro che porta al polso “Signora provo a sistemarglielo…” Ottimista e con un gran sorriso si leva quel oggetto così costoso e me lo porge.. Le sistemo l’orario e le rendo il gioiello..

Osserva il suo orologio sistemato.. Alza lo sguardo su di me e con mia sorpresa spunta un sorriso sulle suo viso segnato dall’età e una lacrima le scende fuggiva sulla guancia. Si alza, si avvicina a me e mi abbraccia baciandomi le guance “Grazie… Sei proprio una brava ragazza.. Nessuno si ferma mai ad aiutarmi… Spero tu venga ripagata dalla vita per quello che sei: una splendida persona.”

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