Welfare

Cosa c’è dietro l’esclusione di Giusy Versace

La sprinter che come Pistorius corre con due arti artificiali non è stata convocata per i Giochi Paralimpici di Londra: «È una decisione che lascia l’amaro in bocca». E forse anche il sintomo delle due anime che convivono nel Comitato paralimpico

di Carmen Morrone

L’esclusione di Giusy Versace ha riproposto una questione ancora aperta nello sport paralimpico italiano. Se ne dovrà occupare Luca Pancalli, il cui terzo mandato da presidente del Comitato italiano paralimpico scade nel 2013, che in Italia ha lavorato molto per migliorare la qualità dello sport, per spingere lo sport paralimpico verso i massimi livelli, a scapito, però – sostiene qualcuno – di un approccio meno competitivo, più sociale. Lo sport agonistico, invece, richiede delle scelte fra gli atleti da portare a una manifestazione importante come i Giochi.  Questa volta è accaduto a Giusy Versace, atleta-personaggio che insieme a Oscar Pistorius, grazie allo sport cerca di spostare i confini dei luoghi comuni sulla disabilità.

Al momento non si conoscono i motivi dell’esclusione di Giusy Versace che, nonostante un intervento alla tiroide, aveva conquistato in pista i tempi minimi sui 100m e sui 200m e si era così qualificata ai Giochi. Commissari tecnici e allenatori in occasione delle competizioni sportive, da quelle “piccole” a quelle di massimo livello come sono le Paralimpiadi, hanno l’ingrato compito di scegliere  gli atleti della squadra nazionale. Il regolamento dei Giochi determina per ogni nazione il numero di partecipanti  alla singola disciplina sportiva. Così, se ad esempio, per l’atletica il Comitato organizzatore mette a disposizione 10 posti  e la rosa dei candidati è di 20, ci sarà inevitabilmente una selezione.

Una scelta sempre più difficile perché nel corso di questi ultimi anni gli atleti con  ottimi risultati sono aumentati. Una china ascendente dovuta alla crescita professionale di tecnici e atleti e che è coincisa anche con l'ingresso degli atleti disabili nelle Federazioni normododati. Gli atleti di top level, inoltre, sono  entrati a far parte dei Gruppi sportivi militari al pari dei colleghi normodotati.  Questo ha permesso ai disabili di migliorare la preparazione atletica per via della messa a disposizione di tecnici e impianti e grazie allo scambio di esperienze.

Giusy Versace, conosce perfettamente le regole del gioco, dei Giochi. Ma brucia nel cuore e nella testa una decisione che ha infranto un sogno che la Versace culla dal 2010, anno del suo esordio in atletica, dopo che nel 2005 un incidente stradale le ha portato via entrambe le gambe, lasciandola miracolosamente viva. Giusy ha annunciato che lascerà «per un po’ di tempo nell'armadio le protesi per correre» e si dedicherà, oltre che a meritate vacanze, anche al volontariato  in Unitalsi e nell’associazione Disabili no limits che non ha mai smesso di seguire e che «mi ha aiutato a superare momenti difficili. Mi aiuterà anche questa volta».
 


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