Cultura

Cosa abbiamo imparato da lei

Un imprenditore e un economista. Così la Lubich ha contaminato la nostra professione

di Redazione

Non ho conosciuto Chiara, o meglio non l?ho mai incontrata fisicamente, ma sono certo di aver fatto, in piccola parte, un incontro con lei. Ho la fortuna infatti di godere da qualche anno della compagnia di alcuni suoi ?figli?. Giacomo, Stefano, Luigino, Carlo, Claudio… sono e sono stati una compagnia importante in questi anni d?impegno nella cooperazione sociale. Importante, intensa e soprattutto vera. Ci sono caratteristiche dello spirito che li accomunano e che prendono la forma dal carisma: è in questo che credo di avere incontrato Chiara, o meglio la persona che ha incarnato ed è stata strumento di uno specifico carisma.

Sono stati un dono questi incontri, per me e per Cgm nel suo insieme. È per questo che accanto alla preghiera (la forma vera di questo legame) mi sento di narrare la benedizione di questo incontro, sintetizzando alcune caratteristiche (veri e propri insegnamenti) che mi/ci hanno arricchito.

La relazione prima e alla fine di tutto

C?è un gusto e un interesse nel prendere parte all?incontro con l?altro. L?essere un ?tu? non è un accidente, una casualità, ma un consapevole stare dentro le relazioni umane. Questo non significa non saper affermare la propria individualità, la propria appartenenza o la propria fede, ma fermarsi un passo prima che tutto ciò diventi ideologia. Non temere la diversità, perché l?unità passa dentro la multiformità delle relazioni, non omologa l?altro, casomai lo sollecita. L?unità non è una proprietà privata o collettiva, piuttosto siamo ?posseduti? e attratti dall?unità. Per chi costruisce quotidianamente rete, come noi, questa è una caratteristica preziosa, un vero dono.

Il gusto dell?impossibile

Accettare la sfida di ciò che pare impossibile ai più, ma che si intravede carico di valore positivo. Tenere alta l?asticella, senza squalificare il lento costruire quotidiano, non aver paura delle umiliazioni e degli insuccessi, ma trarne il dovuto insegnamento senza abbassare il rischio della partita. In un tempo come il nostro in cui le macchine fanno meglio di noi ciò che è possibile, l?ambito dell?impossibile resta un grande spazio di libertà per gli uomini. Credo stia qui il cuore della sfida lanciata dall?Economia di comunione e anche lo spazio di fecondo incontro con Cgm. Andare oltre, attraversandoli, i confini del proprio specifico, superare il ghetto (falsamente rassicurante) in cui spesso le esperienze come le nostre si rifugiano, avere la consapevolezza di sfidare l?economia tutta ad un cambiamento che la riporti a essere al servizio di tutti gli uomini e della loro realizzazione/felicità.

La pazienza

Soffrire con amore. La pazienza come atteggiamento nei confronti dell?esistenza. Fidarsi del tempo e dell?eterno che lo accompagna, pazienti perché benedicenti. A volte la trasformazione si attua attraverso un accompagnamento amoroso. Prendersi cura è l?inizio di ogni vero cambiamento, anche quando gli eventi irrompono traumaticamente. Impossibile avere questo atteggiamento con ciò che sta fuori di sé se prima non lo si ha con se stessi. Anzi se non si sente il ?fuori? come parte essenziale di sé. Spesso ho apprezzato questo atteggiamento, che è la vera radice della speranza, e ho cercato un po? di imparare da questi amici.

Pace nell?amore

Non c?è pacificazione per il proprio cuore se non nell?amore. Un amore da cui siamo posseduti e che ci dilata sino ad abbracciare l?intero universo. Utilizzando a pieno il significato della parola, direi che questa è la filosofia dei miei amici. Questo il loro incessante cercare, questa la loro sapienza. E non aggiungo altro.

I carismi hanno sempre avuto a che fare con l?economia: pensiamo a san Benedetto, san Francesco, sant?Ignazio… Il ?carisma dell?unità? di Chiara Lubich ha avuto nel ?900 un impatto significativo non solo nella prassi ma anche nella teoria economica. Dobbiamo a lei se oggi nel dibattito scientifico internazionale si parla di beni relazionali, gratuità, comunione.

La mia attività di studioso è profondamente segnata dall?incontro con Chiara. Appena trentenne, lei mi chiamò da Londra a Roma per aiutarla a dare ?dignità scientifica? al progetto dell?Economia di comunione. Questi dieci anni di lavoro con lei nel centro studio ?La Scuola Abbà? e nell?EdC sono stati l?esperienza più entusiasmante della mia vita, sotto il profilo intellettuale e umano.

Tre sono state le cose che più mi si sono impresse nell?anima. La prima: grazie a Chiara ho capito cos?è un carisma, e il ruolo che non solo il carisma dell?unità, ma ogni autentico carisma, ha per la vita civile ed economica. Dove è all?opera un carisma, esiste vera gratuità, perché si agisce per vocazione.

La seconda: non si può fare alcuna esperienza autenticamente intellettuale se le teorie non diventano la vita di chi le elabora. Da Chiara ho capito che se volevo contribuire a una teoria economica di comunione la cosa davvero importante, e anche più impegnativa, era diventare giorno dopo giorno una persona di comunione. Da lei ho scoperto che non è possibile parlare di dono, di comunione, di gratuità senza essere dono, comunione, gratuità.

Infine Chiara mi ha fatto scoprire il significato profondo della ricchezza e della povertà, mi ha fatto capire che il bene più prezioso è sempre il rapporto umano: senza rapporti di reciprocità vera, nessun bene diventa ben-essere. Da un carisma dell?unità che nasce dal grido di abbandono di Gesù in croce, nasce una teoria economica relazionale particolarmente adatta a trovare risposte alle nuove povertà. Il carisma di Chiara ci sta donando nuovi ?occhi? per vedere le nuove carestie e i nuovi beni relazionali, ed edificare una economia della persona e dell?amore. Il lavoro che ci sta di fronte è grande, ma l?inizio è stato meraviglioso. Grazie Chiara per questa economia capace di felicità.

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