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Cos’è la de-tax parola per parola. Aiuto, lo Stato etico

Abbiamo letto il documento del governo alla ricerca delle misure annunciate. Scomparsi i benefici per i disabili e il reddito di ultima istanza.

di Paola Mattei

Annunciata prima, poi proposta per emendamento nella scorsa Finanziaria, promessa e proposta anche a livello mondiale nel corso del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg in Sudafrica nell?agosto 2002, rilanciata recentemente anche in sede europea. Dopo due anni di annunci stampa del tutto vaghi, ecco, finalmente, un primo testo. Grazie al ?decretone?, arriva la de-tax scritta e non più solo parlata. Si tratta della detassazione con finalità sociali di parte del prezzo su alcuni prodotti di consumo, fortemente voluta dal ministro dell?Economia, Giulio Tremonti, che viene prevista al Capo IV del decreto legge omnibus che ha accompagnato l?approvazione della legge Finanziaria.
Ecco quanto viene scritto nel testo al Capo IV che siamo in grado di anticipare: “Il consumatore che acquista prodotti per un prezzo pari o superiore ai 50 euro in esercizi commerciali convenzionati con associazioni, organizzazioni ed enti che svolgono attività etiche ha facoltà di manifestare l?assenso alla destinazione nei loro riguardi, da parte dello Stato, di una quota pari all?1% dell?imposta sul valore aggiunto, relativa ai prodotti acquistati”. Con decreto del ministro dell?Economia, continua il testo, “vengono individuati i territori comunali entro i quali trova applicazione sperimentale la disposizione nonché le associazioni che esercitano attività etiche”.
E ancora: “Con provvedimento del Direttore dell?Agenzia delle Entrate, sono stabilite inoltre le modalità di raccolta delle manifestazioni di assenso. Per le finalità dell?articolo è stanziato un importo di un milione di euro per il 2003, e di 5 milioni per ciascuno degli anni 2004 e 2005 che allo scopo utilizzeranno, parzialmente, le maggiori entrate che il decreto potrebbe far derivare”.
Al momento in cui chiudiamo questo numero di Vita, non è ancora disponibile il testo completo e ufficiale, speriamo perciò di essere smentiti a breve. Ma se fosse davvero confermato il testo che qui anticipiamo ci troveremmo di fronte a una delle peggiori edizioni dello Stato etico. Ci troveremmo di fronte a uno Stato che con una mano raccoglierebbe il denaro dei cittadini con una fiscalità truccata e agghindata in modo etico e benevolo, e che con l?altra ridistribuirebbe stabilendo ex cattedra, e in totale arbitrio e abuso di potere, le associazioni meritorie di finanziamento.
Il tutto, naturalmente, alla faccia di ogni principio liberale e del principio di sussidiarietà. “Un obbrobrio”, chiosa pronto Luigi Bobba, presidente delle Acli, che invita “il governo a lasciar perdere questa idea balzana per mandare avanti la proposta lanciata dal Forum del Terzo settore e dal Summit della Solidarietà in rappresentanza di 5mila realtà associative e del volontariato. è una proposta semplice: i cittadini potranno dedurre le donazioni effettuate verso soggetti non profit fino al 10% del reddito imponibile. è la via più semplice, più breve, più rispettosa della libertà di scelta dei cittadini e del loro senso di responsabilità sociale. E la più efficace”.
Se la de-tax in versione sperimentale (riguarderebbe uno ristretto panel di comuni) propugnata come la bandiera sociale della Finanziaria 2004 è bocciatissima, deludenti anche gli altri capitoli sociali. Addirittura sparite le misure, che il ministero del Welfare aveva annunciato, destinate ai disabili, anziani e al reddito di ultima istanza. Delusione anche per la misura dedicata alla famiglia. Il Forum delle associazioni familiari commenta: “Dopo mesi di promesse e di attese ci dobbiamo arrendere all?evidenza che la Finanziaria non rispetta gli impegni presi quando un ordine del giorno del Parlamento aveva impegnato il governo ad avviare, fin da questa Finanziaria, politiche familiari strutturali e in particolare eque deduzioni per i figli a carico e una revisione radicale degli assegni familiari. E invece l?unica proposta che è stata avanzata è quella di un bonus per i figli che nasceranno nei prossimi mesi, ma solo dal secondo in su”. Insomma, nessuna politica strutturale a sostegno della famiglia ma un segnale debolissimo.
Ancora una volta nessuna indicazione di cambiamento e di innovazione. Siamo alle solite, ai soliti poteri: 308 milioni per agevolazioni per gli autotrasportatori, 125 per il made in Italy, 90% reddito esentasse per gli scienziati, sconto del 13% sull?imposta per nuove società quotate in Borsa, sconti Iva ai costruttori, 100 milioni di euro per acquistare i decoder di Murdoch, 135 per abbonamenti a internet banda larga, sconti sui pc. E così via.

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