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Cortivo: allarme alcol per i giovanissimi
Si è ulteriormente abbassata la soglia d'età in cui i giovani iniziano a bere alcolici
Recenti ricerche universitarie hanno stabilito che fino ai 16-17 anni non si è ancora sviluppato un fisico tipicamente adulto, che ha in sé le barriere organiche del sistema nervoso centrale in grado di arginare (ma solo fino a un certo punto…) i danni da alcol. L’alcol è per i minori non solo un danno morale, ma anche un serio pregiudizio organico a un armonico sviluppo della crescita. È decisamente sbagliato bere bevande alcoliche (anche vino o birra) con la stessa disinvoltura con cui ci si disseta con un’aranciata o un’acqua minerale. Vino e birra sono certo bevande che possono essere considerate anche come alimenti, ma solo per gli adulti: vanno vietati senza esitazione ai giovani al di sotto dei 16 anni. Si stima, infatti, del 37% la percentuale dei ragazzi fino a 15 anni con tendenza all’alcolismo cronico.
Una ricerca dell’organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha confermato che si è ulteriormente abbassata la soglia d’età in cui i giovani cominciano a bere, anche in Europa.È pur vero che nel nostro Continente (e anche in Italia) si è registrata una sensibile diminuzione dei consumi di alcolici, fino ad arrivare al 35% in meno nel periodo 1981/1996, ma l’alcolismo è oggi per i ragazzi una vera e propria emergenza, un “allarme rosso” da non trascurare, né da sottovalutare.
Le conseguenze nei comportamenti sono anche evidenti: le relazioni affettive e sociali diventano povere e aggressive, manca il clima di fiducia e di rispetto reciproco, sono assenti i progetti di vita.
In Italia consumiamo in media 8 litri di alcol puro pro capite, a fronte del limite massimo (e si badi, “massimo”) di 6 litri suggeriti dall’Oms, che si azzerano per i ragazzi fino ai 15-17 anni. Oggi, invece, 12 bambini su cento bevono almeno una volta a settimana e non smetteranno: anzi, quando avranno 15 anni saranno 37 su cento! Insomma, il rischio dell’alcolismo è un vero e proprio allarme tra i giovanissimi.
A chi tocca intervenire in questa situazione? Spetta certamente alle famiglie e ai genitori, iniziando da un sano ed educativo comportamento a tavola, ma anche alle strutture pubbliche, come le Scuole alcologiche territoriali e i Centri di alcologia, e alle Scuole pubbliche e private nelle quali quasi mai si parla dei pericoli che derivano dall’alcol.
I corsi dell’Istituto Cortivo formano ogni anno numerosi operatori socio-assistenziali specializzati negli interventi a sostegno delle persone affette da problemi di dipendenza (tossicodipendenza e alcoldipendenza). L’operatore socio-assistenziale per le dipendenze partecipa al lavoro di équipe in comunità e affianca gli utenti in tutte le attività previste dal programma di recupero e riabilitazione.
Un settore delicato, estremamente interessante per chi desidera dedicarsi ad un’attività socialmente utile e ricca di gratificazioni.
Lavorare accanto a persone alla ricerca di un aiuto, sia presso strutture di accoglienza, sia a domicilio, richiede conoscenze, competenze, abilità e motivazioni personali adeguate.
Il ciclo di studi biennale per diventare “operatori socio-assistenziali per le dipendenze” è stato realizzato dall’Istituto Cortivo in modo da garantire all’allievo la migliore preparazione professionale. Materie specialistiche sulla condizione e i problemi delle tossico e alcol-dipendenze, assieme a un periodo di tirocinio pratico (di ben 300 ore) formano professionisti motivati, sicuri delle proprie competenze, capaci di trovare il giusto equilibrio fra correttezza dell’intervento e disponibilità umana.
L’istituto Cortivo, scuola di formazione professionale per operatori sociali, è presente da oltre vent’anni su tutto il terrtorio nazionale con i propri Centri Didattici e con insegnanti di consolidata esperienza specialistica.
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