La prima rassegna cinematografica
“Corti di memoria”, quando il cinema racconta l’Alzheimer
Proiezioni e incontri per ragionare su come la rappresentazione cinematografica abbia influito nel bene e nel male sulla percezione delle demenze e sia stata fedele alla parallela evoluzione sociale della consapevolezza sulla malattia
Può farlo in molti modi, ma è certo che quando il linguaggio dell’arte si occupa di demenza rende visibile l’intelligibile ed è quindi uno strumento potentissimo di comunicazione, di sensibilizzazione e di immedesimazione. Il cinema traduce il pensiero in immagini, come insegnano i molti filosofi e scienziati cognitivi che se ne occupano.
Finora, quali messaggi sono stati veicolati? Quale narrazione è stata fatta e come si è evoluta? Si cercherà di dare risposta in occasione della prima edizione della rassegna cinematografica “Corti di Memoria”, promossa e organizzata dall’Associazione italiana malattia di Alzheimer Aima che si svolgerà venerdì 29 e sabato 30 novembre a Milano. La rassegna sarà dedicata all’Alzheimer e alle demenze, affrontate con la proiezione di 10 corti, 3 lungometraggi, 2 mediometraggi, 29 pellicole che raccontano ciascuna in modo diverso la malattia. In programma anche un incontro con i registi e un evento sabato mattina alle 10.30 interamente dedicato alla comunicazione dal titolo “Comunicare l’Alzheimer”, con Federica Agosta, neurologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele; Riccardo Caccia, docente a contratto di Storia del cinema dell’Università Iulm; la Senatrice Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute; la pubblicitaria, giornalista e saggista Annamaria Testa; Ketty Vaccaro, sociologa e responsabile ricerca biomedica e salute del Censis, e Patrizia Spadin, presidentessa Aima.
Quello della perdita di memoria è un tema che ha affascinato cinema e letteratura e durante l’incontro di sabato mattina si proverà a chiarire in che misura certe scelte cinematografiche aumentano la consapevolezza dei cittadini sulla malattia e quando rischiano di darne un’immagine distorta o comunque poco fedele a quella che gli avanzamenti della ricerca e i cambiamenti culturali sostengono e hanno contribuito a creare. «La percezione e la comunicazione dell’Alzheimer si è modificata nel tempo a seconda dei passi avanti della ricerca e della conoscenza, ma anche dell’attenzione sociale e politica che le veniva dedicata» ha dichiarato Patrizia Spadin nell’introduzione all’evento. «Attraverso Corti di Memoria vogliamo avviare una riflessione per capire come evolve il racconto di questa malattia, perché riteniamo che la tutela dei diritti passi anche dal come viene raccontata la condizione di vita del malato e dei suoi familiari. La nostra iniziativa si propone dunque come ambito nel quale sviluppare un confronto sincero tra gli autori e il sociale, tra la politica e le famiglie, tra la clinica e la filosofia, passando per la pubblicità e la sociologia. Siamo convinti che le innovazioni all’orizzonte permettano una nuova narrazione, più lieve e consapevole, più obiettiva e oggettiva, in grado di modificare non solo la percezione del problema complessivo ma anche la vita quotidiana di chi vive la malattia».
Tra i lungometraggi in programma La casa di Ninetta, prima regia di Lina Sastri, e Remembering Gene Wilder, alla prima europea nelle sale. Tutte le proiezioni e gli eventi si svolgeranno presso due sale (Capitol e Aurora) del cinema CityLife Anteo, sono a ingresso gratuito e fino a esaurimento dei posti disponibili. È possibile prenotarsi sul sito www.cortidimemoria.it o sul sito dell’Anteo.
Foto di Aima – backstage di Ieri
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