Welfare

Corte penale: al via domani Conferenza di Roma

IV anniversario dell'approvazione dello Statuto di Roma che istituisce la Corte penale internazionale (Cpi) con l'incognita Usa

di Redazione

Ricordare il quarto anniversario dell’approvazione dello Statuto di Roma che istituisce la Corte penale internazionale (Cpi) e celebrare l’entrata in funzione della Corte (dal 1 luglio scorso), ma anche spingere ad una celere ratifica dello Statuto in quei paesi che non lo hanno ancora fatto, e’ il senso della Conferenza che si aprira’ domani nella sede della Fao a Roma per iniziativa di ‘Non c’e’ pace senza giustizia’ e del ministero degli Esteri. Sulla Conferenza cosi’ come sul percorso che ha portato al via della Corte penale, lo scorso 1 luglio, ha pesato e pesa l’ombra degli Stati Uniti. L’America di George W. Bush ha infatti compiuto una retromarcia sulla Cpi ritirando l’adesione a suo tempo data da Bill Clinton. Non solo: gli Usa hanno portato poi una lunga battaglia di lobby al Consiglio di sicurezza dell’Onu per ottenere l’immunita’ dei propri militari impegnati in missioni di peacekeeping all’estero dalla giurisdizione della Corte. Cosi’ l’ultima risoluzione dell’Onu, del 13 luglio, prevede l’esenzione totale per un anno ai militari impegnati nelle operazioni di pace appartenenti a quei paesi che non hanno ratificato la costituzione del Trattato della Cpi, Usa in testa. Della Conferenza, che sara’ aperta domani dal sottosegretario agli Esteri Roberto Antonione e dal presidente di ‘Non c’e’ pace senza giustizia’ Sergio Stanzani, hanno parlato oggi gli europarlamentari Emma Bonino e Gianfranco Dell’Alba. All’apertura dei lavori parteciperanno i rappresentanti dei governi di 100 paesi – di questi 76 hanno gia’ ratificato lo Statuto di Roma, mentre gli altri sono in procinto di farlo – oltre agli esperti che hanno partecipato alla stesura dello Statuto della Cpi approvato quattro anni fa a Roma. Sara’ presente anche il Procuratore capo per il Tribunale ad hoc per la ex Jugoslavia e il Ruanda, Carla del Ponte. E mercoledi’ i lavori saranno conclusi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presenti i ministri degli Esteri di Danimarca, Canada, Olanda, Senegal, San Marino, Fiji e Croazia e di Arthur Robinson, presidente della Repubblica di Trinidad e Tobago. ”L’obiettivo – ha detto Emma Bonino – e’ quello di giungere ad un numero sempre maggiore di ratifiche, perche’ la Corte sia davvero mondiale”. Bonino ha rilevato che sia le opposizioni ”chiare e quindi aperte al dibattito politico” alla ratifica avanzate dagli Usa, sia quelle, piu’ nascoste, portate avanti dalla Cina hanno ”indubbiamente determinato uno stop nelle ratifiche da parte di alcuni paesi che erano gia’ a buon punto, come l’Egitto”. L’europarlamentare ha aggiunto che alla Conferenza di Roma non parteciperanno ne’ l’Asia (tranne la Cambogia e il Tagikistan) ne’ il mondo arabo (tranne la Giordania). ”Aree – ha spiegato – nelle quali dobbiamo cercare di incrementare le ratifiche per garantire la piena rappresentativita’ della comunita’ internazionale tra i giudici della Corte, che potranno essere eletti solo dagli Stati che ratificheranno lo Statuto di Roma entro il prossimo 30 novembre”. Quanto agli Stati Uniti, Emma Bonino ha parlato di ”un dialogo molto piu’ approfondito, specialmente dopo la recente posizione di compromesso raggiunta all’Onu sui militari impegnati nelle operazioni di peacekeeping. La loro posizione – ha aggiunto – non e’ piu’ monolitica e nell’opinione pubblica americana sulla Cpi si e’ aperto un dibattito”.


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