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Corte dei Conti: no all’affidamento diretto di progetti alle ong

La Corte dei Conti ha stabilito che sono illegittimi gli affidamenti diretti di progetti alle ong per realizzare programmi di cooperazione allo sviluppo

di Giulio D'Imperio

La Corte dei Conti, con propria delibera n. 4 del 6 aprile 2005, ha stabilito che sono illegittimi gli affidamenti diretti di progetti alle ong per realizzare programmi di cooperazione allo sviluppo. è sempre necessario indire una gara, così come previsto dal decreto legislativo n. 157 del 17 marzo 1995. Questa decisione è stata presa ritenendo che le ong svolgono comunque una attività economica di impresa, pertanto devono rispettare le norme relative alla concorrenza, anche se nella loro attività non sono previsti dei fini di lucro. La Corte era stata chiamata a giudicare la legittimità di una convenzione stipulata tra la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri e l?ong Icu – Istituto per la cooperazione universale, per la realizzazione della seconda fase dell?iniziativa di potenziamento e consolidamento del Medical research Institute dell?università di Alessandria d?Egitto. Secondo i giudici contabili, neanche il rapporto esistente tra chi lavora nelle ong (volontari e collaboratori) e l?organizzazione è idoneo a evitare l?applicazione delle direttive e dei loro atti di ricevimento, per quanto attiene le norme della concorrenza. In modo particolare, la Corte ha ritenuto che le stesse ong non sono esonerate «dall?obbligo di produrre la prestazione richiesta in un rapporto costo-prestazione», tale da garantire un risultato ottimale nell?impiegare risorse pubbliche. Non è stata ritenuta valida la tesi del Mae secondo cui, in virtù di un accordo internazionale, è possibile escludere le ong dall?applicazione del dlgs 157/ 1995: per la Corte, infatti, resta indispensabile che il servizio serva alla realizzazione, utilizzazione o sfruttamento in comune del progetto da parte degli Stati che hanno siglato l?accordo.


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