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Report Istat

Corruzione: scende in tutti i settori, tranne che nel welfare

L’ambito dell’assistenza con il 2,7% (pari a 62mila nuclei) si colloca al secondo posto dopo la giustizia (4,8%) per percentuale della popolazione che nel corso dell’intera vita ha avuto richieste improprie. Il settore del welfare, oltre a essere quello che non diminuisce rispetto all’indagine precedente, balza al primo posto fra quelli in cui è più frequente il fenomeno corruttivo

di Francesco Dente

Assistenza domiciliare ad una donna anziana

L’Istat accende un faro sulla corruzione per la seconda volta in meno di un decennio e scopre che il fenomeno, sebbene in generale contenuto, non accenna a diminuire nel settore del welfare.

A dispetto infatti del calo generale dal 2,7% al 1,3% delle famiglie che nel biennio 2022-23 hanno dovuto “sdebitarsi” rispetto all’edizione del 2015-2016, l’andazzo resta purtroppo stabile per quanti hanno bisogno di servizi come sussidi economici, alloggi popolari, pensioni di invalidità, assegni di accompagnamento o altri benefici assistenziali. Migliora invece in modo consistente nei settori degli uffici pubblici, della sanità, della giustizia e del lavoro, pensiamo alle bustarelle per avere un’occupazione.

L’indagine, che ha coinvolto cittadini tra i 18 e gli 80 anni di età, ha mirato in particolare a verificare se agli intervistati o a un familiare convivente sia stato “suggerito” di pagare o di fare regali in cambio di facilitazioni per ottenere un servizio oppure un’agevolazione. Ebbene, l’ambito dell’assistenza con il 2,7% (pari a 62mila nuclei) si colloca al secondo posto dopo la giustizia (4,8%) per percentuale della popolazione che nel corso dell’intera vita ha avuto richieste improprie. Un dato che scende all’1,4% (pari a 33mila nuclei) se si restringe il campo alle richieste ricevute negli ultimi tre anni. Peccato però che il settore del welfare, oltre a essere quello che non diminuisce rispetto all’indagine precedente, balzi al primo posto fra quelli in cui è più frequente il fenomeno corruttivo, seguito da quello della giustizia che scende invece al secondo posto con lo 0,6%.

Mentre infatti la quota di persone che ad esempio ha dovuto mettere mano al portafoglio per sistemare un processo si riduce di otto volte quella di chi lo ha fatto per avere la casa popolare o un sussidio si è solo dimezzato.

Ma quanto è accettata la corruzione? L’Istat, nel 2022-2023, ha introdotto dei quesiti volti a rilevare la tolleranza verso il fenomeno indirizzati a quanti non hanno ricevuto alcuna richiesta di denaro o di altre utilità. Il 6,1% degli italiani ritiene accettabile cercare di ottenere benefici assistenziali ai quali non avrebbe diritto. La quota sale al 10,7% nelle regioni del Centro, che sono anche quelle nelle quali si registra in generale la maggiore prevalenza dei fenomeni corruttivi, mentre si attesta al 5,5% al Nord-ovest, al 5,2% al Sud, al 4,9% nelle Isole e solo al 3,8% del Nord-est. E denunciare è utile? Il 23,1% ritiene non convenga. Interessante esaminare le risposte in base al titolo di studio. La percentuale fra i laureati è del 21,2% mentre sale al 28,3% fra chi ha la licenza elementare o nessun titolo. Ovvero fra chi è meno istruito e spesso anche più povero.

Foto: Sintesi


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